11.06.2009 - Solemnidad del Cuerpo y de la Sangre de Cristo
Cari fratelli e sorelle!
Qual è il significato proprio della solennità odierna, del Corpo e Sangue di Cristo? Ce lo dice la celebrazione stessa che stiamo compiendo, nello svolgimento dei suoi gesti fondamentali: prima di tutto ci siamo radunati intorno all’altare del Signore, per stare insieme alla sua presenza; in secondo luogo ci sarà la processione, cio è il camminare con il Signore; e infine l’inginocchiarsi davanti al Signore, l’adorazione, che inizia già nella Messa e accompagna tutta la processione, ma culmina nel momento finale della benedizione eucaristica, quando tutti ci prostreremo davanti a Colui che si è chinato fino a noi e ha dato la vita per noi.
Il primo atto, dunque, è quello di radunarsi alla presenza del Signore. Anche qui, stasera, non abbiamo scelto noi con chi incontrarci, siamo venuti e ci troviamo gli uni accanto agli altri, accomunati dalla fede e chiamati a diventare un unico corpo condividendo l’unico Pane che è Cristo. Siamo uniti al di là delle nostre differenze di nazionalità, di professione, di ceto sociale, di idee politiche: ci apriamo gli uni agli altri per diventare una cosa sola a partire da Lui. Questa fin dagli inizi è stata una caratteristica del cristianesimo realizzata visibilmente intorno all’Eucaristia, e occorre sempre vigilare perché le ricorrenti tentazioni di particolarismo, seppure in buona fede, non vadano di fatto in senso opposto. Pertanto, il Corpus Domini ci ricorda anzitutto questo: che essere cristiani vuol dire radunarsi da ogni parte per stare alla presenza dell’unico Signore e diventare in Lui una sola cosa.
Il secondo aspetto costitutivo è il camminare con il Signore. È la realtà manifestata dalla processione, che vivremo insieme dopo la Santa Messa, quasi come un suo naturale prolungamento, muovendoci dietro Colui che è la Via, il Cammino. Con il dono di Se stesso nell’Eucaristia, il Signore Gesù ci libera dalle nostre «paralisi», ci fa rialzare e ci fa «pro-cedere», ci fa fare cioè un passo avanti, e poi un altro passo, e così ci mette in cammino, con la forza di questo Pane della vita. Come accadde al profeta Elia, che si era rifugiato nel deserto per paura dei suoi nemici, e aveva deciso di lasciarsi morire (cfr 1 Re 19, 1-4). Ma Dio lo svegliò dal sonno e gli fece trovare lì accanto una focaccia appena cotta: «Alzati e mangia — gli disse — perché troppo lungo per te è il cammino» (1 Re 19, 5.7).
La processione del Corpus Domini ci insegna che l’Eucaristia ci vuole liberare da ogni abbattimento e sconforto, ci vuole far rialzare, perché possiamo riprendere il cammino con la forza che Dio ci dà mediante Gesù Cristo.
Il terzo elemento costitutivo del Corpus Domini è l’inginocchiarsi in adorazione di fronte al Signore. Adorare il Dio di Gesù Cristo, fattosi pane spezzato per amore, è il rimedio più valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. Inginocchiarsi davanti all’Eucaristia è professione di libertà: chi si inchina a Gesù non può e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte. Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti al Santissimo Sacramento, perché in esso sappiamo e crediamo essere presente l’unico vero Dio, che ha creato il mondo e lo ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito (cfr Gv 3, 16). Ci prostriamo dinanzi a un Dio che per primo si è chinato verso l’uomo, come Buon Samaritano, per soccorrerlo e ridargli vita, e si è inginocchiato davanti a noi per lavare i nostri piedi sporchi. Adorare il Corpo di Cristo vuol dire credere che lì, in quel pezzo di pane, c’è realmente Cristo, che dà vero senso alla vita, all’immenso universo come alla più piccola creatura, all’intera storia umana come alla più breve esistenza. L’adorazione è preghiera che prolunga la celebrazione e la comunione eucaristica e in cui l’anima continua a nutrirsi: si nutre di amore, di verità, di pace; si nutre di speranza, perché Colui al quale ci prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma.
Dall’omelia del Sommo Pontefice Benedetto XVI
per la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo 2008
OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI - 22.05.2008
HOMILÍA DE SU SANTIDAD BENEDICTO XVI - 11.06.2009
Qual è il significato proprio della solennità odierna, del Corpo e Sangue di Cristo? Ce lo dice la celebrazione stessa che stiamo compiendo, nello svolgimento dei suoi gesti fondamentali: prima di tutto ci siamo radunati intorno all’altare del Signore, per stare insieme alla sua presenza; in secondo luogo ci sarà la processione, cio è il camminare con il Signore; e infine l’inginocchiarsi davanti al Signore, l’adorazione, che inizia già nella Messa e accompagna tutta la processione, ma culmina nel momento finale della benedizione eucaristica, quando tutti ci prostreremo davanti a Colui che si è chinato fino a noi e ha dato la vita per noi.
* * *
Il primo atto, dunque, è quello di radunarsi alla presenza del Signore. Anche qui, stasera, non abbiamo scelto noi con chi incontrarci, siamo venuti e ci troviamo gli uni accanto agli altri, accomunati dalla fede e chiamati a diventare un unico corpo condividendo l’unico Pane che è Cristo. Siamo uniti al di là delle nostre differenze di nazionalità, di professione, di ceto sociale, di idee politiche: ci apriamo gli uni agli altri per diventare una cosa sola a partire da Lui. Questa fin dagli inizi è stata una caratteristica del cristianesimo realizzata visibilmente intorno all’Eucaristia, e occorre sempre vigilare perché le ricorrenti tentazioni di particolarismo, seppure in buona fede, non vadano di fatto in senso opposto. Pertanto, il Corpus Domini ci ricorda anzitutto questo: che essere cristiani vuol dire radunarsi da ogni parte per stare alla presenza dell’unico Signore e diventare in Lui una sola cosa.
* * *
Il secondo aspetto costitutivo è il camminare con il Signore. È la realtà manifestata dalla processione, che vivremo insieme dopo la Santa Messa, quasi come un suo naturale prolungamento, muovendoci dietro Colui che è la Via, il Cammino. Con il dono di Se stesso nell’Eucaristia, il Signore Gesù ci libera dalle nostre «paralisi», ci fa rialzare e ci fa «pro-cedere», ci fa fare cioè un passo avanti, e poi un altro passo, e così ci mette in cammino, con la forza di questo Pane della vita. Come accadde al profeta Elia, che si era rifugiato nel deserto per paura dei suoi nemici, e aveva deciso di lasciarsi morire (cfr 1 Re 19, 1-4). Ma Dio lo svegliò dal sonno e gli fece trovare lì accanto una focaccia appena cotta: «Alzati e mangia — gli disse — perché troppo lungo per te è il cammino» (1 Re 19, 5.7).
La processione del Corpus Domini ci insegna che l’Eucaristia ci vuole liberare da ogni abbattimento e sconforto, ci vuole far rialzare, perché possiamo riprendere il cammino con la forza che Dio ci dà mediante Gesù Cristo.
* * *
Il terzo elemento costitutivo del Corpus Domini è l’inginocchiarsi in adorazione di fronte al Signore. Adorare il Dio di Gesù Cristo, fattosi pane spezzato per amore, è il rimedio più valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. Inginocchiarsi davanti all’Eucaristia è professione di libertà: chi si inchina a Gesù non può e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte. Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti al Santissimo Sacramento, perché in esso sappiamo e crediamo essere presente l’unico vero Dio, che ha creato il mondo e lo ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito (cfr Gv 3, 16). Ci prostriamo dinanzi a un Dio che per primo si è chinato verso l’uomo, come Buon Samaritano, per soccorrerlo e ridargli vita, e si è inginocchiato davanti a noi per lavare i nostri piedi sporchi. Adorare il Corpo di Cristo vuol dire credere che lì, in quel pezzo di pane, c’è realmente Cristo, che dà vero senso alla vita, all’immenso universo come alla più piccola creatura, all’intera storia umana come alla più breve esistenza. L’adorazione è preghiera che prolunga la celebrazione e la comunione eucaristica e in cui l’anima continua a nutrirsi: si nutre di amore, di verità, di pace; si nutre di speranza, perché Colui al quale ci prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma.
Dall’omelia del Sommo Pontefice Benedetto XVI
per la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo 2008
OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI - 22.05.2008
HOMILÍA DE SU SANTIDAD BENEDICTO XVI - 11.06.2009
Queridos hermanos y hermanas:
Después del tiempo fuerte del año litúrgico, que, centrándose en la Pascua se prolonga durante tres meses —primero los cuarenta días de la Cuaresma y luego los cincuenta días del Tiempo pascual—, la liturgia nos hace celebrar tres fiestas que tienen un carácter "sintético": la Santísima Trinidad, el Corpus Christi y, por último, el Sagrado Corazón de Jesús.
¿Cuál es el significado específico de la solemnidad de hoy, del Cuerpo y la Sangre de Cristo? Nos lo manifiesta la celebración misma que estamos realizando, con el desarrollo de sus gestos fundamentales: ante todo, nos hemos reunido alrededor del altar del Señor para estar juntos en su presencia; luego, tendrá lugar la procesión, es decir, caminar con el Señor; y, por último, arrodillarse ante el Señor, la adoración, que comienza ya en la misa y acompaña toda la procesión, pero que culmina en el momento final de la bendición eucarística, cuando todos nos postremos ante Aquel que se inclinó hasta nosotros y dio la vida por nosotros. Reflexionemos brevemente sobre estas tres actitudes para que sean realmente expresión de nuestra fe y de nuestra vida.
Así pues, el primer acto es el de reunirse en la presencia del Señor. Es lo que antiguamente se llamaba "statio". Imaginemos por un momento que en toda Roma sólo existiera este altar, y que se invitara a todos los cristianos de la ciudad a reunirse aquí para celebrar al Salvador, muerto y resucitado. Esto nos permite hacernos una idea de los orígenes de la celebración eucarística, en Roma y en otras muchas ciudades a las que llegaba el mensaje evangélico: en cada Iglesia particular había un solo obispo y en torno a él, en torno a la Eucaristía celebrada por él, se constituía la comunidad, única, pues era uno solo el Cáliz bendecido y era uno solo el Pan partido, como hemos escuchado en las palabras del apóstol san Pablo en la segunda lectura (cf. 1 Co 10, 16-17).
Viene a la mente otra famosa expresión de san Pablo: "Ya no hay judío ni griego; ni esclavo ni libre; ni hombre ni mujer, ya que todos vosotros sois uno en Cristo Jesús" (Ga 3, 28). "Todos vosotros sois uno". En estas palabras se percibe la verdad y la fuerza de la revolución cristiana, la revolución más profunda de la historia humana, que se experimenta precisamente alrededor de la Eucaristía: aquí se reúnen, en la presencia del Señor, personas de edad, sexo, condición social e ideas políticas diferentes.
La Eucaristía no puede ser nunca un hecho privado, reservado a personas escogidas según afinidades o amistad. La Eucaristía es un culto público, que no tiene nada de esotérico, de exclusivo. Nosotros, esta tarde, no hemos elegido con quién queríamos reunirnos; hemos venido y nos encontramos unos junto a otros, unidos por la fe y llamados a convertirnos en un único cuerpo, compartiendo el único Pan que es Cristo. Estamos unidos más allá de nuestras diferencias de nacionalidad, de profesión, de clase social, de ideas políticas: nos abrimos los unos a los otros para convertirnos en una sola cosa a partir de él. Esta ha sido, desde los inicios, la característica del cristianismo, realizada visiblemente alrededor de la Eucaristía, y es necesario velar siempre para que las tentaciones del particularismo, aunque sea de buena fe, no vayan de hecho en sentido opuesto. Por tanto, el Corpus Christi ante todo nos recuerda que ser cristianos quiere decir reunirse desde todas las partes para estar en la presencia del único Señor y ser uno en él y con él.
El segundo aspecto constitutivo es caminar con el Señor. Es la realidad manifestada por la procesión, que viviremos juntos después de la santa misa, como su prolongación natural, avanzando tras Aquel que es el Camino. Con el don de sí mismo en la Eucaristía, el Señor Jesús nos libra de nuestras "parálisis", nos levanta y nos hace "pro-cedere", es decir, nos hace dar un paso adelante, y luego otro, y de este modo nos pone en camino, con la fuerza de este Pan de la vida. Como le sucedió al profeta Elías, que se había refugiado en el desierto por miedo a sus enemigos, y había decidido dejarse morir (cf. 1 R 19, 1-4). Pero Dios lo despertó y le puso a su lado una torta recién cocida: "Levántate y come —le dijo—, porque el camino es demasiado largo para ti" (1 R 19, 5. 7).
La procesión del Corpus Christi nos enseña que la Eucaristía nos quiere librar de todo abatimiento y desconsuelo, quiere volver a levantarnos para que podamos reanudar el camino con la fuerza que Dios nos da mediante Jesucristo. Es la experiencia del pueblo de Israel en el éxodo de Egipto, la larga peregrinación a través del desierto, de la que nos ha hablado la primera lectura. Una experiencia que para Israel es constitutiva, pero que resulta ejemplar para toda la humanidad.
De hecho, la expresión "no sólo de pan vive el hombre, sino que el hombre vive de todo lo que sale de la boca del Señor" (Dt 8, 3) es una afirmación universal, que se refiere a todo hombre en cuanto hombre. Cada uno puede hallar su propio camino, si se encuentra con Aquel que es Palabra y Pan de vida, y se deja guiar por su amigable presencia. Sin el Dios-con-nosotros, el Dios cercano, ¿cómo podemos afrontar la peregrinación de la existencia, ya sea individualmente ya sea como sociedad y familia de los pueblos?
La Eucaristía es el sacramento del Dios que no nos deja solos en el camino, sino que nos acompaña y nos indica la dirección. En efecto, no basta avanzar; es necesario ver hacia dónde vamos. No basta el "progreso", si no hay criterios de referencia. Más aún, si nos salimos del camino, corremos el riesgo de caer en un precipicio, o de alejarnos más rápidamente de la meta. Dios nos ha creado libres, pero no nos ha dejado solos: se ha hecho él mismo "camino" y ha venido a caminar juntamente con nosotros a fin de que nuestra libertad tenga el criterio para discernir la senda correcta y recorrerla.
Al llegar a este punto, no se puede menos de pensar en el inicio del "Decálogo", los diez mandamientos, donde está escrito: "Yo, el Señor, soy tu Dios, que te he sacado del país de Egipto, de la casa de servidumbre. No habrá para ti otros dioses delante de mí" (Ex 20, 2-3). Aquí encontramos el tercer elemento constitutivo del Corpus Christi: arrodillarse en adoración ante el Señor. Adorar al Dios de Jesucristo, que se hizo pan partido por amor, es el remedio más válido y radical contra las idolatrías de ayer y hoy. Arrodillarse ante la Eucaristía es una profesión de libertad: quien se inclina ante Jesús no puede y no debe postrarse ante ningún poder terreno, por más fuerte que sea. Los cristianos sólo nos arrodillamos ante Dios, ante el Santísimo Sacramento, porque sabemos y creemos que en él está presente el único Dios verdadero, que ha creado el mundo y lo ha amado hasta el punto de entregar a su Hijo único (cf. Jn 3, 16).
Nos postramos ante Dios que primero se ha inclinado hacia el hombre, como buen Samaritano, para socorrerlo y devolverle la vida, y se ha arrodillado ante nosotros para lavar nuestros pies sucios. Adorar el Cuerpo de Cristo quiere decir creer que allí, en ese pedazo de pan, se encuentra realmente Cristo, el cual da verdaderamente sentido a la vida, al inmenso universo y a la criatura más pequeña, a toda la historia humana y a la existencia más breve. La adoración es oración que prolonga la celebración y la comunión eucarística; en ella el alma sigue alimentándose: se alimenta de amor, de verdad, de paz; se alimenta de esperanza, pues Aquel ante el cual nos postramos no nos juzga, no nos aplasta, sino que nos libera y nos transforma.
Por eso, reunirnos, caminar, adorar, nos llena de alegría. Haciendo nuestra la actitud de adoración de María, a la que recordamos de modo especial en este mes de mayo, oramos por nosotros y por todos; oramos por todas las personas que viven en esta ciudad, para que te conozcan a ti, Padre, y al que enviaste, Jesucristo, a fin de tener así la vida en abundancia. Amén.
HOMILÍA DE SU SANTIDAD BENEDICTO XVI
Después del tiempo fuerte del año litúrgico, que, centrándose en la Pascua se prolonga durante tres meses —primero los cuarenta días de la Cuaresma y luego los cincuenta días del Tiempo pascual—, la liturgia nos hace celebrar tres fiestas que tienen un carácter "sintético": la Santísima Trinidad, el Corpus Christi y, por último, el Sagrado Corazón de Jesús.
¿Cuál es el significado específico de la solemnidad de hoy, del Cuerpo y la Sangre de Cristo? Nos lo manifiesta la celebración misma que estamos realizando, con el desarrollo de sus gestos fundamentales: ante todo, nos hemos reunido alrededor del altar del Señor para estar juntos en su presencia; luego, tendrá lugar la procesión, es decir, caminar con el Señor; y, por último, arrodillarse ante el Señor, la adoración, que comienza ya en la misa y acompaña toda la procesión, pero que culmina en el momento final de la bendición eucarística, cuando todos nos postremos ante Aquel que se inclinó hasta nosotros y dio la vida por nosotros. Reflexionemos brevemente sobre estas tres actitudes para que sean realmente expresión de nuestra fe y de nuestra vida.
Así pues, el primer acto es el de reunirse en la presencia del Señor. Es lo que antiguamente se llamaba "statio". Imaginemos por un momento que en toda Roma sólo existiera este altar, y que se invitara a todos los cristianos de la ciudad a reunirse aquí para celebrar al Salvador, muerto y resucitado. Esto nos permite hacernos una idea de los orígenes de la celebración eucarística, en Roma y en otras muchas ciudades a las que llegaba el mensaje evangélico: en cada Iglesia particular había un solo obispo y en torno a él, en torno a la Eucaristía celebrada por él, se constituía la comunidad, única, pues era uno solo el Cáliz bendecido y era uno solo el Pan partido, como hemos escuchado en las palabras del apóstol san Pablo en la segunda lectura (cf. 1 Co 10, 16-17).
Viene a la mente otra famosa expresión de san Pablo: "Ya no hay judío ni griego; ni esclavo ni libre; ni hombre ni mujer, ya que todos vosotros sois uno en Cristo Jesús" (Ga 3, 28). "Todos vosotros sois uno". En estas palabras se percibe la verdad y la fuerza de la revolución cristiana, la revolución más profunda de la historia humana, que se experimenta precisamente alrededor de la Eucaristía: aquí se reúnen, en la presencia del Señor, personas de edad, sexo, condición social e ideas políticas diferentes.
La Eucaristía no puede ser nunca un hecho privado, reservado a personas escogidas según afinidades o amistad. La Eucaristía es un culto público, que no tiene nada de esotérico, de exclusivo. Nosotros, esta tarde, no hemos elegido con quién queríamos reunirnos; hemos venido y nos encontramos unos junto a otros, unidos por la fe y llamados a convertirnos en un único cuerpo, compartiendo el único Pan que es Cristo. Estamos unidos más allá de nuestras diferencias de nacionalidad, de profesión, de clase social, de ideas políticas: nos abrimos los unos a los otros para convertirnos en una sola cosa a partir de él. Esta ha sido, desde los inicios, la característica del cristianismo, realizada visiblemente alrededor de la Eucaristía, y es necesario velar siempre para que las tentaciones del particularismo, aunque sea de buena fe, no vayan de hecho en sentido opuesto. Por tanto, el Corpus Christi ante todo nos recuerda que ser cristianos quiere decir reunirse desde todas las partes para estar en la presencia del único Señor y ser uno en él y con él.
El segundo aspecto constitutivo es caminar con el Señor. Es la realidad manifestada por la procesión, que viviremos juntos después de la santa misa, como su prolongación natural, avanzando tras Aquel que es el Camino. Con el don de sí mismo en la Eucaristía, el Señor Jesús nos libra de nuestras "parálisis", nos levanta y nos hace "pro-cedere", es decir, nos hace dar un paso adelante, y luego otro, y de este modo nos pone en camino, con la fuerza de este Pan de la vida. Como le sucedió al profeta Elías, que se había refugiado en el desierto por miedo a sus enemigos, y había decidido dejarse morir (cf. 1 R 19, 1-4). Pero Dios lo despertó y le puso a su lado una torta recién cocida: "Levántate y come —le dijo—, porque el camino es demasiado largo para ti" (1 R 19, 5. 7).
La procesión del Corpus Christi nos enseña que la Eucaristía nos quiere librar de todo abatimiento y desconsuelo, quiere volver a levantarnos para que podamos reanudar el camino con la fuerza que Dios nos da mediante Jesucristo. Es la experiencia del pueblo de Israel en el éxodo de Egipto, la larga peregrinación a través del desierto, de la que nos ha hablado la primera lectura. Una experiencia que para Israel es constitutiva, pero que resulta ejemplar para toda la humanidad.
De hecho, la expresión "no sólo de pan vive el hombre, sino que el hombre vive de todo lo que sale de la boca del Señor" (Dt 8, 3) es una afirmación universal, que se refiere a todo hombre en cuanto hombre. Cada uno puede hallar su propio camino, si se encuentra con Aquel que es Palabra y Pan de vida, y se deja guiar por su amigable presencia. Sin el Dios-con-nosotros, el Dios cercano, ¿cómo podemos afrontar la peregrinación de la existencia, ya sea individualmente ya sea como sociedad y familia de los pueblos?
La Eucaristía es el sacramento del Dios que no nos deja solos en el camino, sino que nos acompaña y nos indica la dirección. En efecto, no basta avanzar; es necesario ver hacia dónde vamos. No basta el "progreso", si no hay criterios de referencia. Más aún, si nos salimos del camino, corremos el riesgo de caer en un precipicio, o de alejarnos más rápidamente de la meta. Dios nos ha creado libres, pero no nos ha dejado solos: se ha hecho él mismo "camino" y ha venido a caminar juntamente con nosotros a fin de que nuestra libertad tenga el criterio para discernir la senda correcta y recorrerla.
Al llegar a este punto, no se puede menos de pensar en el inicio del "Decálogo", los diez mandamientos, donde está escrito: "Yo, el Señor, soy tu Dios, que te he sacado del país de Egipto, de la casa de servidumbre. No habrá para ti otros dioses delante de mí" (Ex 20, 2-3). Aquí encontramos el tercer elemento constitutivo del Corpus Christi: arrodillarse en adoración ante el Señor. Adorar al Dios de Jesucristo, que se hizo pan partido por amor, es el remedio más válido y radical contra las idolatrías de ayer y hoy. Arrodillarse ante la Eucaristía es una profesión de libertad: quien se inclina ante Jesús no puede y no debe postrarse ante ningún poder terreno, por más fuerte que sea. Los cristianos sólo nos arrodillamos ante Dios, ante el Santísimo Sacramento, porque sabemos y creemos que en él está presente el único Dios verdadero, que ha creado el mundo y lo ha amado hasta el punto de entregar a su Hijo único (cf. Jn 3, 16).
Nos postramos ante Dios que primero se ha inclinado hacia el hombre, como buen Samaritano, para socorrerlo y devolverle la vida, y se ha arrodillado ante nosotros para lavar nuestros pies sucios. Adorar el Cuerpo de Cristo quiere decir creer que allí, en ese pedazo de pan, se encuentra realmente Cristo, el cual da verdaderamente sentido a la vida, al inmenso universo y a la criatura más pequeña, a toda la historia humana y a la existencia más breve. La adoración es oración que prolonga la celebración y la comunión eucarística; en ella el alma sigue alimentándose: se alimenta de amor, de verdad, de paz; se alimenta de esperanza, pues Aquel ante el cual nos postramos no nos juzga, no nos aplasta, sino que nos libera y nos transforma.
Por eso, reunirnos, caminar, adorar, nos llena de alegría. Haciendo nuestra la actitud de adoración de María, a la que recordamos de modo especial en este mes de mayo, oramos por nosotros y por todos; oramos por todas las personas que viven en esta ciudad, para que te conozcan a ti, Padre, y al que enviaste, Jesucristo, a fin de tener así la vida en abundancia. Amén.
HOMILÍA DE SU SANTIDAD BENEDICTO XVI
RITI DI INTRODUZIONE
Mentre il Santo Padre e i Ministri si avviano all’Altare, la schola e l’assemblea li accompagnano con il
Canto d’ingresso
RALLEGRIAMOCI ED ESULTIAMO
1. Chiesa santa del Signore
convocata nella carità;
casa posta in cima all’alto monte,
luce radiosa delle genti. R.
2. Tu dimora del Signore,
luogo santo di salvezza,
le tue porte spalanchi verso il mondo
donando agli uomini la grazia. R.
3. Membra vive del suo Corpo
che l’amore raccoglie in unità,
popolo della nuova alleanza,
vigna scelta del Signore. R.
CIBAVIT EOS
La schola: Sal 80, 17
Il Signore ha nutrito il suo popolo con fior di frumento, lo ha saziato di miele della roccia, alleluia, alleluia, alleluia.
Il Santo Padre:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
... saluta l’assemblea:
Il Signore, che guida i nostri cuori
nell’amore e nella pazienza di Cristo,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
... introduce la celebrazione e l’atto penitenziale:
Fratelli e sorelle,
in questa solenne celebrazione
rallegriamoci per il mistero dell’Eucaristia,
Sacramento dell’Amore,
nel quale il Signore ci ha lasciato il dono di se stesso,
e accompagniamo il vincitore nel corteo trionfale
attraverso le vie della nostra Città.
Nella sequenza per la solennità odierna,
San Tommaso d’Aquino ci esorta:
Quantum potes, tantum aude,
devi osare tutto ciò che puoi
nel tributare al Signore la lode dovuta.
Perciò in questo giorno di festa
attraversiamo con Cristo sacramentato
le strade e sfruttiamo tutto lo splendore del bello
per esprimere la grandezza di questo mistero.
Affinché possiamo aprirci liberamente e solennemente
alla gioia dei redenti e tenere desta la memoria del Signore,
bisogna riconoscere quando abbiamo peccato contro l’amore di Dio
che vuole sanare e trasformare i nostri cuori.
Dopo una breve pausa di silenzio, il cantore proclama le invocazioni:
Signore, vero corpo, nato da Maria Vergine, abbi pietà di noi.
La schola e l’assemblea:
Il cantore:
Cristo, pane vivo, disceso dal cielo per la salvezza del mondo, abbi pietà di noi.
La schola e l’assemblea:
Il cantore:
Signore, viatico della Chiesa pellegrina e pegno della gloria futura, abbi pietà di noi.
La schola e l’assemblea:
Il Santo Padre:
Dio onnipotente abbia misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati
e ci conduca alla vita eterna.
R. Amen.
Gloria (De Angelis)
Il Santo Padre intona il Gloria in excelsis: la schola e l’assemblea lo cantano acclamando a Dio e a Cristo Signore.
Orazione colletta
Il Santo Padre:
Preghiamo.
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa’che adoriamo con viva fede
il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue,
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre,
nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima lettura
Ecco il sangue dell’alleanza
che il Signore ha concluso con voi
che il Signore ha concluso con voi
Dal libro dell’Èsodo. 24, 3-8
In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele.
Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare.
Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele.
Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare.
Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».
Vino, pues, Moisés y refirió al pueblo todas las palabras de Yahveh y todas sus normas. Y todo el pueblo respondió a una voz: «Cumpliremos todas las palabras que ha dicho Yahveh.»
Entonces escribió Moisés todas las palabras de Yahveh; y, levantándose de mañana, alzó al pie del monte un altar y doce estelas por las doce tribus de Israel.
Luego mandó a algunos jóvenes, de los israelitas, que ofreciesen holocaustos e inmolaran novillos como sacrificios de comunión para Yahveh.
Tomó Moisés la mitad de la sangre y la echó en vasijas; la otra mitad la derramó sobre el altar.
Tomó después el libro de la Alianza y lo leyó ante el pueblo, que respondió: «Obedeceremos y haremos todo cuanto ha dicho Yahveh.»
Entonces tomó Moisés la sangre, roció con ella al pueblo y dijo: «Esta es la sangre de la Alianza que Yahveh ha hecho con vosotros, según todas estas palabras.»
Entonces escribió Moisés todas las palabras de Yahveh; y, levantándose de mañana, alzó al pie del monte un altar y doce estelas por las doce tribus de Israel.
Luego mandó a algunos jóvenes, de los israelitas, que ofreciesen holocaustos e inmolaran novillos como sacrificios de comunión para Yahveh.
Tomó Moisés la mitad de la sangre y la echó en vasijas; la otra mitad la derramó sobre el altar.
Tomó después el libro de la Alianza y lo leyó ante el pueblo, que respondió: «Obedeceremos y haremos todo cuanto ha dicho Yahveh.»
Entonces tomó Moisés la sangre, roció con ella al pueblo y dijo: «Esta es la sangre de la Alianza que Yahveh ha hecho con vosotros, según todas estas palabras.»
Salmo responsoriale
Il salmista: dal Salmo 115 (116)
L’assemblea ripete: Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
1. Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore. R.
2. Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene. R.
3. A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo. R.
Seconda lettura
Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza
Dalla lettera agli Ebrei. 9, 11-15
11 Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. 12 Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
13 Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, 14 quanto più il sangue di Cristo — il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio — purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
15 Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.
13 Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, 14 quanto più il sangue di Cristo — il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio — purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
15 Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.
11 Cristo, en cambio, ha venido como Sumo Sacerdote de los bienes futuros. El, a través de una Morada más excelente y perfecta que la antigua –no construida por manos humanas, es decir, no de este mundo creado– 12 entró de una vez por todas en el Santuario, no por la sangre de chivos y terneros, sino por su propia sangre, obteniéndonos así una redención eterna.
13 Porque si la sangre de chivos y toros y la ceniza de ternera, con que se rocía a los que están contaminados por el pecado, los santifica, obteniéndoles la pureza externa, 14 ¡cuánto más la sangre de Cristo, que por otra del Espíritu eterno se ofreció sin mancha a Dios, purificará nuestra conciencia de las obras que llevan a la muerte, para permitirnos tributar culto al Dios viviente!
15 Por eso, Cristo es mediador de una Nueva Alianza entre Dios y los hombres, a fin de que, habiendo muerto para redención de los pecados cometidos en la primera Alianza, los que son llamados reciban la herencia eterna que ha sido prometida.
13 Porque si la sangre de chivos y toros y la ceniza de ternera, con que se rocía a los que están contaminados por el pecado, los santifica, obteniéndoles la pureza externa, 14 ¡cuánto más la sangre de Cristo, que por otra del Espíritu eterno se ofreció sin mancha a Dios, purificará nuestra conciencia de las obras que llevan a la muerte, para permitirnos tributar culto al Dios viviente!
15 Por eso, Cristo es mediador de una Nueva Alianza entre Dios y los hombres, a fin de que, habiendo muerto para redención de los pecados cometidos en la primera Alianza, los que son llamados reciban la herencia eterna que ha sido prometida.
Sequenza
1. Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
2. Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.
3. Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.
4. Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.
5. Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.
6. Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
7. È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l’antico è giunto a termine.
8. Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l’ombra:
luce, non più tenebra.
9. Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.
10. Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.
11. È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.
12. Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.
13. Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.
14. Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell’agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
15. Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
16. Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Acclamazione al Vangelo
Mentre il Libro dei Vangeli viene portato solennemente all’ambone, l’assemblea acclama il Cristo presente nella sua Parola.
La schola:
L’assemblea ripete: Alleluia.
La schola:
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
L’assemblea: Alleluia.
La schola:
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue,
dimora in me ed io dimoro in lui.
L’assemblea: Alleluia.
Vangelo
Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue
14, 12-16.22-26
Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù:
«Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro:
«Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”.
Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo:
«Prendete, questo è il mio corpo».
Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
E disse loro:
«Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Lectura del santo evangelio según san Marcos 14-12-16. 22-26
El primer día de los Ázimos, cuando se sacrificaba el cordero pascual, le dijeron a Jesús sus discípulos:
- «¿Dónde quieres que vayamos a prepararte la cena de Pascua?»
Él envió a dos discípulos, diciéndoles:
- «ld a la ciudad, encontraréis un hombre que lleva un cántaro de agua; seguidlo y, en la casa en que entre, decidle al dueño: "El Maestro pregunta: ¿Dónde está la habitación en que voy a comer la Pascua con mis discípulos?"
Os enseñará una sala grande en el piso de arriba, arreglada con divanes. Preparadnos allí la cena.»
Los discípulos se marcharon, llegaron a la ciudad, encontraron lo que les había dicho y prepararon la cena de Pascua.
Mientras comían, Jesús tomó un pan, pronunció la bendición, lo partió y se lo dio, diciendo:
- «Tomad, esto es mi cuerpo.»
Cogiendo una copa, pronunció la acción de gracias, se la dio, y todos bebieron.
Y les dijo:
- «Esta es mi sangre, sangre de la alianza, derramada por todos. Os aseguro que no volveré a beber del fruto de la vid hasta el día que beba el vino nuevo en el reino de Dios.»
Después de cantar el salmo, salieron para el monte de los Olivos.
Palabra de Dios.
El primer día de los Ázimos, cuando se sacrificaba el cordero pascual, le dijeron a Jesús sus discípulos:
- «¿Dónde quieres que vayamos a prepararte la cena de Pascua?»
Él envió a dos discípulos, diciéndoles:
- «ld a la ciudad, encontraréis un hombre que lleva un cántaro de agua; seguidlo y, en la casa en que entre, decidle al dueño: "El Maestro pregunta: ¿Dónde está la habitación en que voy a comer la Pascua con mis discípulos?"
Os enseñará una sala grande en el piso de arriba, arreglada con divanes. Preparadnos allí la cena.»
Los discípulos se marcharon, llegaron a la ciudad, encontraron lo que les había dicho y prepararon la cena de Pascua.
Mientras comían, Jesús tomó un pan, pronunció la bendición, lo partió y se lo dio, diciendo:
- «Tomad, esto es mi cuerpo.»
Cogiendo una copa, pronunció la acción de gracias, se la dio, y todos bebieron.
Y les dijo:
- «Esta es mi sangre, sangre de la alianza, derramada por todos. Os aseguro que no volveré a beber del fruto de la vid hasta el día que beba el vino nuevo en el reino de Dios.»
Después de cantar el salmo, salieron para el monte de los Olivos.
Palabra de Dios.
Il Santo Padre bacia il Libro dei Vangeli in segno di venerazione e benedice con esso l’assemblea.
L’assemblea:
Omelia
Il Santo Padre tiene l’omelia.
Segue una pausa di silenzio per la riflessione personale.
Credo (III)
Il Santo Padre intona il Credo: la schola e l’assemblea lo cantano a cori alterni, affermando la propria fede.
Preghiera dei fedeli
Il Santo Padre:
Fratelli e sorelle carissimi,
la Santissima Eucaristia
è attestazione dell’amore infinito di Cristo
e pegno di benedizione e di salvezza per il mondo.
Invochiamo con fiducia Dio nostro Padre
per le necessità della Chiesa e di tutta l’umanità.
Il cantore:
L’assemblea ripete: Ascoltaci, Signore.
1. Per il Santo Padre Benedetto XVI, i Vescovi, i Sacerdoti e i Diaconi, affinché si conformino sempre più al grande mistero cui servono, per la gloria di Dio e la santificazione del suo popolo, preghiamo.
R. Ascoltaci, Signore.
2. Per i responsabili dei popoli e delle nazioni, affinché, illuminati dalla tua luce, cerchino il dono dell’unità e della pace in un mondo ferito, proteggano la vita e la famiglia, si adoperino per l’educazione e promuovano la responsabilità verso i doni della creazione, preghiamo.
R. Ascoltaci, Signore.
3. Per i fanciulli che in questo periodo ricevono per la prima volta il Signore nel Santissimo Sacramento, affinché crescano nella fede e con gioia proclamino al mondo l’amore di Dio, preghiamo.
R. Ascoltaci, Signore.
4. Per quanti soffrono nel corpo e nello spirito, affinché ricevano nell’incontro con Dio la speranza di superare tutte le tribolazioni del mondo e trovino aiuto concreto anche per la nostra vicinanza, preghiamo.
R. Ascoltaci, Signore.
5. Per i nostri fratelli defunti, che si sono addormentati nella pace di Cristo, affinché siano ammessi a godere la luce del tuo volto, nell’attesa della risurrezione dei corpi alla fine dei tempi, preghiamo.
R. Ascoltaci, Signore.
Il Santo Padre:
O Dio,
che, per mezzo del tuo unico Figlio,
hai vinto la morte, e ci hai aperto la via dell’eternità,
compi col tuo aiuto i nostri santi desideri
che tu stesso hai ispirato con la tua grazia.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
LITURGIA EUCARISTICA
Mentre vengono portate al Santo Padre le offerte per il sacrificio, si esegue il
Canto di offertorio
GUSTATE E VEDETE
Salmo 33
1. Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino. R.
2. Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore
e m’ha risposto, m’ha liberato. R.
3. Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Il Signore ascolta il povero
egli lo libera da ogni angoscia. R.
Il Santo Padre:
Pregate, fratelli e sorelle,
perché questa nostra famiglia,
radunata nel nome di Cristo,
possa offrire il sacrificio
gradito a Dio, Padre onnipotente.
R. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio
a lode e gloria del suo nome,
per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.
Orazione sulle offerte
Il Santo Padre:
Concedi benigno alla tua Chiesa, o Padre,
i doni dell’unità e della pace,
misticamente significati nelle offerte che ti presentiamo.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
PREGHIERA EUCARISTICA II
Il Santo Padre invita l’assemblea a innalzare il cuore verso il Signore nell’orazione e nell’azione di grazie, e l’associa a sé nella solenne preghiera che, a nome di tutti, rivolge al Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo.
Prefazio
L’Eucaristia memoriale del sacrificio di Cristo
Il Santo Padre:
Dominus vobiscum.
R. Et cum spiritu tuo.
V. Sursum corda.
R. Habemus ad Dominum.
V. Gratias agamus Domino Deo nostro.
R. Dignum et iustum est.
Vere dignum et iustum est, æquum et salutare, nos tibi semper et ubique gratias agere: Domine, sancte Pater, omnipotens æterne Deus: per Christum Dominum nostrum.
Qui, verus æternusque Sacerdos, formam sacrificii perennis instituens, hostiam tibi se primus obtulit salutarem, et nos, in sui memoriam, præcepit offerre.
Cuius carnem pro nobis immolatam dum sumimus, roboramur, et fusum pro nobis sanguinem dum potamus, abluimur.
Et ideo cum Angelis et Archangelis, cum Thronis et Dominationibus, cumque omni militia cælestis exercitus, hymnum gloriæ tuæ canimus, sine fine dicentes:
Dominus vobiscum.
R. Et cum spiritu tuo.
V. Sursum corda.
R. Habemus ad Dominum.
V. Gratias agamus Domino Deo nostro.
R. Dignum et iustum est.
Vere dignum et iustum est, æquum et salutare, nos tibi semper et ubique gratias agere: Domine, sancte Pater, omnipotens æterne Deus: per Christum Dominum nostrum.
Qui, verus æternusque Sacerdos, formam sacrificii perennis instituens, hostiam tibi se primus obtulit salutarem, et nos, in sui memoriam, præcepit offerre.
Cuius carnem pro nobis immolatam dum sumimus, roboramur, et fusum pro nobis sanguinem dum potamus, abluimur.
Et ideo cum Angelis et Archangelis, cum Thronis et Dominationibus, cumque omni militia cælestis exercitus, hymnum gloriæ tuæ canimus, sine fine dicentes:
Il Santo Padre:
Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
V. In alto i nostri cuori.
R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.
R. È cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente e misericordioso, per Cristo nostro Signore.
Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne; a te per primo si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria.
Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa.
Per questo mistero del tuo amore, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia l’inno della tua lode:
Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
V. In alto i nostri cuori.
R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.
R. È cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente e misericordioso, per Cristo nostro Signore.
Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne; a te per primo si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria.
Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa.
Per questo mistero del tuo amore, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia l’inno della tua lode:
Sanctus (De Angelis)
La schola e l’assemblea:
La schola:
Lode a Dio da parte delle creature e del popolo ecclesiale.
Il Santo Padre:
Vere Sanctus es, Domine, fons omnis sanctitatis.
Vere Sanctus es, Domine, fons omnis sanctitatis.
Il Santo Padre:
Padre veramente santo, fonte di ogni santità,
Padre veramente santo, fonte di ogni santità,
Invocazione dello Spirito Santo.
Hæc ergo dona, quæsumus, Spiritus tui rore sanctifica, ut nobis Corpus et Sanguis fiant Domini nostri Iesu Christi.
santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito, perché diventino per noi il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo nostro Signore.
Racconto dell’istituzione dell’Eucaristia.
Qui cum Passioni voluntarie traderetur, accepit panem et gratias agens fregit, deditque discipulis suis, dicens:
Accipite et manducate ex hoc omnes: hoc est enim Corpus meum, quod pro vobis tradetur.
Accipite et manducate ex hoc omnes: hoc est enim Corpus meum, quod pro vobis tradetur.
Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, prese il pane e rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi.
Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi.
Il Santo Padre presenta al popolo l’ostia consacrata e genuflette in adorazione.
Simili modo, postquam cenatum est, accipiens et calicem iterum gratias agens dedit discipulis suis, dicens:
Accipite et bibite ex eo omnes: hic est enim calix Sanguinis mei novi et æterni testamenti, qui pro vobis et pro multis effundetur in remissionem peccatorum.
Hoc facite in meam commemorationem.
Accipite et bibite ex eo omnes: hic est enim calix Sanguinis mei novi et æterni testamenti, qui pro vobis et pro multis effundetur in remissionem peccatorum.
Hoc facite in meam commemorationem.
Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati.
Fate questo in memoria di me.
Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati.
Fate questo in memoria di me.
Il Santo Padre presenta al popolo il calice e genuflette in adorazione.
Il Santo Padre:
Mysterium fidei.
Mysterium fidei.
Il Santo Padre:
Mistero della fede.
Mistero della fede.
L’assemblea:
Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.
Memoriale e offerta.
Il Santo Padre:
Memores igitur mortis et resurrectionis eius, tibi, Domine, panem vitæ et calicem salutis offerimus, gratias agentes quia nos dignos habuisti astare coram te et tibi ministrare.
Memores igitur mortis et resurrectionis eius, tibi, Domine, panem vitæ et calicem salutis offerimus, gratias agentes quia nos dignos habuisti astare coram te et tibi ministrare.
Il Santo Padre:
Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale.
Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale.
Invocazione perché lo Spirito operi la nostra unità.
Et supplices deprecamur ut Corporis et Sanguinis Christi participes a Spiritu Sancto congregemur in unum.
Ti preghiamo umilmente: per la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.
Preghiera di intercessione per la Chiesa universale e i suoi pastori...
Recordare, Domine, Ecclesiæ tuæ toto orbe diffusæ, ut eam in caritate perficias una cum me indigno famulo tuo, quem gregi tuo præesse voluisti, et universo clero.
per i defunti ...
Memento etiam fratrum nostrorum, qui in spe resurrectionis dormierunt, omniumque in tua miseratione defunctorum, et eos in lumen vultus tui admitte.
e per la nostra felicità eterna.
Omnium nostrum, quæsumus, miserere, ut cum beata Dei Genetrice Virgine Maria, beatis Apostolis et omnibus Sanctis, qui tibi a sæculo placuerunt, æternæ vitæ mereamur esse consortes, et te laudemus et glorificemus per Filium tuum Iesum Christum.
per i defunti ...
Memento etiam fratrum nostrorum, qui in spe resurrectionis dormierunt, omniumque in tua miseratione defunctorum, et eos in lumen vultus tui admitte.
e per la nostra felicità eterna.
Omnium nostrum, quæsumus, miserere, ut cum beata Dei Genetrice Virgine Maria, beatis Apostolis et omnibus Sanctis, qui tibi a sæculo placuerunt, æternæ vitæ mereamur esse consortes, et te laudemus et glorificemus per Filium tuum Iesum Christum.
Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell’amore in unione con me indegno tuo servo, che hai posto a capo del tuo gregge, e tutto l’ordine sacerdotale.
per i defunti ...
Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione, e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto.
e per la nostra felicità eterna.
Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi: e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria.
per i defunti ...
Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione, e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto.
e per la nostra felicità eterna.
Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi: e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria.
Lode alla Trinità.
L’assemblea:
RITI DI COMUNIONE
Preghiera del Signore
Il Santo Padre:
L’assemblea:
Il Santo Padre:
Liberaci, o Signore, da tutti i mali,
concedi la pace ai nostri giorni,
e con l’aiuto della tua misericordia
vivremo sempre liberi dal peccato
e sicuri da ogni turbamento,
nell’attesa che si compia la beata speranza
e venga il nostro salvatore, Gesù Cristo.
L’assemblea:
Rito della pace
Il Santo Padre:
Signore Gesù Cristo,
che hai detto ai tuoi apostoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace»,
non guardare ai nostri peccati,
ma alla fede della tua Chiesa,
e donale unità e pace secondo la tua volontà.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
Il Santo Padre:
La pace del Signore sia sempre con voi.
R. E con il tuo spirito.
Il Diacono:
Come figli del Dio della pace,
scambiatevi un segno di riconciliazione e di pace.
I presenti si scambiano un gesto di pace, come segno di comunione fraterna prima di ricevere il Corpo del Signore.
Mentre il Santo Padre spezza il pane eucaristico, si canta:
Agnus Dei (De Angelis)
La schola: L’assemblea:
La schola:
Il Santo Padre:
Beati gli invitati alla Cena del Signore.
Ecco l’Agnello di Dio,
che toglie i peccati del mondo.
L’assemblea:
O Signore, non sono degno
di partecipare alla tua mensa:
ma di’ soltanto una parola
e io sarò salvato.
Il Santo Padre si comunica al Corpo e al Sangue di Cristo.
Anche i fedeli ricevono la comunione.
Canti di comunione
O OSTIA SANTA
1. O Ostia Santa, in cui è il testamento
della divina, tua grande misericordia,
in cui è il Corpo e il Sangue del Signore,
segno d’amore per noi peccatori.
3. O Ostia Santa, in te la medicina
che dà sollievo alla nostra debolezza,
vincolo santo tra Dio ed ogni uomo
che confida nel tuo amore.
4. O Ostia Santa, sei l’unica speranza
fra le tempeste e le tenebre del mondo,
nelle fatiche e nelle sofferenze,
ora e nell’ora della nostra morte.
Confido in te, o Ostia Santa,
confido in te, o Ostia Santa.
O SACRUM CONVIVIUM
La schola:
Mistero della cena! Ci nutriamo di Cristo, si fa memoria della sua passione, l’anima è ricolma di grazia, ci è donato il pegno della gloria, alleluia.
AVE, VERUM
La schola:
Ave, verum Corpus,
natum de Maria Virgine:
vere passum,
immolatum
in cruce pro homine.
Cuius latus perforatum
fluxit aqua et sanguine;
esto nobis prægustatum
mortis in examine.
O Iesu dulcis!
O Iesu pie!
O Iesu, fili Mariæ!
Ave, verum Corpus,
natum de Maria Virgine:
vere passum,
immolatum
in cruce pro homine.
Cuius latus perforatum
fluxit aqua et sanguine;
esto nobis prægustatum
mortis in examine.
O Iesu dulcis!
O Iesu pie!
O Iesu, fili Mariæ!
La schola:
Salve, o vero Corpo,
nato da Maria Vergine;
che veramente soffristi
e fosti immolato
sulla croce per l’uomo.
Dal cui costato trafitto
sgorgò acqua e sangue;
sii da noi pregustato
in punto di morte.
O Gesù dolce!
O Gesù pietoso!
O Gesù, figlio di Maria!
Salve, o vero Corpo,
nato da Maria Vergine;
che veramente soffristi
e fosti immolato
sulla croce per l’uomo.
Dal cui costato trafitto
sgorgò acqua e sangue;
sii da noi pregustato
in punto di morte.
O Gesù dolce!
O Gesù pietoso!
O Gesù, figlio di Maria!
Orazione dopo la comunione
Il Santo Padre:
Preghiamo.
Donaci, Signore,
di godere pienamente della tua vita divina nel convito eterno,
che ci hai fatto pregustare
in questo sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
PROCESSIONE
Ha inizio la processione eucaristica. Ifedeli sfilano con devozione unendosi al canto e alla preghiera.
PANGE, LINGUA
1. Pange, lingua, gloriosi
corporis mysterium,
sanguinisque pretiosi,
quem in mundi pretium
fructus ventris generosi
Rex effudit gentium.
2. Nobis datus, nobis natus
ex intacta Virgine,
et in mundo conversatus,
sparso verbi semine,
sui moras incolatus
miro clausit ordine.
3. In supremæ nocte Cenæ
recumbens cum fratribus,
observata lege plene
cibis in legalibus,
cibum turbæ duodenæ
se dat suis manibus.
4. Verbum caro, panem verum
verbo carnem efficit,
fitque sanguis Christi merum
et, si sensus deficit,
ad firmandum cor sincerum
sola fides sufficit.
corporis mysterium,
sanguinisque pretiosi,
quem in mundi pretium
fructus ventris generosi
Rex effudit gentium.
2. Nobis datus, nobis natus
ex intacta Virgine,
et in mundo conversatus,
sparso verbi semine,
sui moras incolatus
miro clausit ordine.
3. In supremæ nocte Cenæ
recumbens cum fratribus,
observata lege plene
cibis in legalibus,
cibum turbæ duodenæ
se dat suis manibus.
4. Verbum caro, panem verum
verbo carnem efficit,
fitque sanguis Christi merum
et, si sensus deficit,
ad firmandum cor sincerum
sola fides sufficit.
1. Genti tutte, proclamate
il mistero del Signor,
del suo corpo e del suo sangue
che la Vergine donò
e fu sparso in sacrificio
per salvar l’umanità.
2. Dato a noi da madre pura,
per noi tutti s’incarnò.
La feconda sua parola
tra le genti seminò;
con amore generoso
la sua vita consumò.
3. Nella notte della cena
coi fratelli si trovò.
Del pasquale sacro rito
ogni regola compì
e agli apostoli ammirati
come cibo si donò.
4. La parola del Signore
pane e vino trasformò:
pane in carne, vino in sangue,
in memoria consacrò!
Non i sensi, ma la fede
prova questa verità.
il mistero del Signor,
del suo corpo e del suo sangue
che la Vergine donò
e fu sparso in sacrificio
per salvar l’umanità.
2. Dato a noi da madre pura,
per noi tutti s’incarnò.
La feconda sua parola
tra le genti seminò;
con amore generoso
la sua vita consumò.
3. Nella notte della cena
coi fratelli si trovò.
Del pasquale sacro rito
ogni regola compì
e agli apostoli ammirati
come cibo si donò.
4. La parola del Signore
pane e vino trasformò:
pane in carne, vino in sangue,
in memoria consacrò!
Non i sensi, ma la fede
prova questa verità.
PANE DI VITA NUOVA
La schola:
1. Pane di vita nuova,
vero cibo dato agli uomini,
nutrimento che sostiene il mondo,
dono splendido di grazia.
2. Tu sei sublime frutto
di quell’albero di vita
che Adamo non poté toccare:
ora è in Cristo a noi donato.
L’assemblea:
3. Sei l’Agnello immolato
nel cui sangue è la salvezza,
memoriale della vera Pasqua
della nuova Alleanza.
4. Manna che nel deserto
nutri il popolo in cammino,
sei sostegno e forza nella prova
per la Chiesa in mezzo al mondo. R.
5. Vino che ci dà gioia,
che riscalda il nostro cuore,
sei per noi il prezioso frutto
della vigna del Signore.
6. Dalla vite ai tralci
scorre la vitale linfa
che ci dona la vita divina,
scorre il sangue dell’amore. R.
7. Al banchetto ci inviti
che per noi hai preparato,
doni all’uomo la tua Sapienza,
doni il Verbo della vita.
8. Segno d’amore eterno,
pegno di sublimi nozze,
comunione nell’unico corpo
che in Cristo noi formiamo. R.
9. Nel tuo sangue è la vita
ed il fuoco dello Spirito,
la sua fiamma incendia il nostro cuore
e purifica il mondo.
10. Nel prodigio dei pani
tu sfamasti ogni uomo,
nel tuo amore il povero è nutrito
e riceve la tua vita. R.
11. Sacerdote eterno,
tu sei vittima ed altare,
offri al Padre tutto l’universo,
sacrificio dell’amore.
12. Il tuo corpo è tempio
della lode della Chiesa,
dal costato tu l’hai generata,
nel tuo sangue l’hai redenta. R.
13. Vero corpo di Cristo
tratto da Maria Vergine,
dal tuo fianco doni a noi la grazia,
per mandarci tra le genti.
14. Dai confini del mondo,
da ogni tempo e ogni luogo
il creato a te renda grazie,
per l’eternità ti adori. R.
15. A te, Padre, la lode,
che donasti il Redentore,
e al Santo Spirito di vita
sia per sempre onore e gloria.
Amen.
Preci, invocazioni e canti
I
Guida:
«Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla... Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me...». Il vero pastore è Colui che conosce anche la via che passa per la valle della morte; Colui che anche sulla strada dell’ultima solitudine, nella quale nessuno può accompagnarmi, cammina con me guidandomi per attraversarla: Egli stesso ha percorso questa strada, è disceso nel regno della morte, l’ha vinta ed è tornato per accompagnare noi ora e darci la certezza che, insieme con Lui, un passaggio lo si trova. La consapevolezza che esiste Colui che anche nella morte mi accompagna e con il suo «bastone e il suo vincastro mi dà sicurezza», cosicché «non devo temere alcun male» (Lettera enciclica Spe salvi, 6).
Comunicando al Corpo e al Sangue del Signore Gesù, il cristiano non è mai separato dal vero buon pastore, che ha assunto su di sé la condizione umana senza escluderne la sofferenza e la morte. Questa consapevolezza fonda la speranza cristiana, di cui siamo testimoni e che vogliamo annunciare agli uomini e alle donne del nostro tempo e della nostra città. La processione eucaristica è segno del cammino della vita, che per il cristiano non è un percorso nel buio, esposto a continui pericoli e cedimenti, ma una sequela fiduciosa del Signore verso la meta eterna.
Comunicando al Corpo e al Sangue del Signore Gesù, il cristiano non è mai separato dal vero buon pastore, che ha assunto su di sé la condizione umana senza escluderne la sofferenza e la morte. Questa consapevolezza fonda la speranza cristiana, di cui siamo testimoni e che vogliamo annunciare agli uomini e alle donne del nostro tempo e della nostra città. La processione eucaristica è segno del cammino della vita, che per il cristiano non è un percorso nel buio, esposto a continui pericoli e cedimenti, ma una sequela fiduciosa del Signore verso la meta eterna.
Guida:
Diciamo insieme:
Tu sei la nostra vita, o Signore.
L’assemblea ripete:
— Tu sei la nostra vita, o Signore.
O Dio nostro Padre, ti lodiamo e ti ringraziamo. Tu che ami ogni uomo e guidi tutti i popoli, donaci lo Spirito del Risorto perché con umiltà e coraggio sappiamo discernere il bene e il male presente tra i figli della Chiesa e nell’intera società. Fa’ che ascoltiamo le tue parole, pronti a metterle in pratica e a farle fruttificare in una vita di santità personale, familiare e sociale.
— Tu sei la nostra vita, o Signore.
Signore Gesù, Figlio di Dio e Redentore del mondo, tu sei l’unico mediatore tra Dio e gli uomini e non vi è altro nome sotto il cielo nel quale possiamo essere salvati, donaci di rimanere in te come i tralci sono uniti alla vite, di partecipare alla tua stessa vita perché siamo segno di una nuova umanità riconciliata nella verità e nell’amore.
— Tu sei la nostra vita, o Signore.
Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio, con fiducia t’invochiamo. Tu che sei maestro interiore svela a noi i pensieri e le vie di Dio. Donaci di guardare le vicende umane con occhi puri e penetranti, di conservare l’eredità di santità e civiltà propria dei nostri popoli, di convertirci nella mente e nel cuore per rinnovare la nostra società.
— Tu sei la nostra vita, o Signore.
Gloria a te, o Santa Trinità, che vivi e regni nei secoli dei secoli.
O Dio nostro Padre, ti lodiamo e ti ringraziamo. Tu che ami ogni uomo e guidi tutti i popoli, donaci lo Spirito del Risorto perché con umiltà e coraggio sappiamo discernere il bene e il male presente tra i figli della Chiesa e nell’intera società. Fa’ che ascoltiamo le tue parole, pronti a metterle in pratica e a farle fruttificare in una vita di santità personale, familiare e sociale.
— Tu sei la nostra vita, o Signore.
Signore Gesù, Figlio di Dio e Redentore del mondo, tu sei l’unico mediatore tra Dio e gli uomini e non vi è altro nome sotto il cielo nel quale possiamo essere salvati, donaci di rimanere in te come i tralci sono uniti alla vite, di partecipare alla tua stessa vita perché siamo segno di una nuova umanità riconciliata nella verità e nell’amore.
— Tu sei la nostra vita, o Signore.
Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio, con fiducia t’invochiamo. Tu che sei maestro interiore svela a noi i pensieri e le vie di Dio. Donaci di guardare le vicende umane con occhi puri e penetranti, di conservare l’eredità di santità e civiltà propria dei nostri popoli, di convertirci nella mente e nel cuore per rinnovare la nostra società.
— Tu sei la nostra vita, o Signore.
Gloria a te, o Santa Trinità, che vivi e regni nei secoli dei secoli.
L’assemblea:
Amen.
INNI E CANTI
1. Inni e canti sciogliamo, o fedeli,
al divino eucaristico Re;
egli, ascoso nei mistici veli,
cibo all’alma fedele si diè.
R. Dei tuoi figli lo stuolo qui prono,
o Signor dei potenti, ti adora;
per i miseri implora perdono,
per i deboli implora pietà.
2. O Signor, che dall’Ostia radiosa,
sol di pace ne parli e d’amor,
in te l’alma smarrita riposa,
in te spera chi lotta e chi muor. R.
3. Sotto i veli che il grano compose,
su quel trono raggiante di luce,
il Signor dei signori si ascose
per avere l’impero dei cuori. R.
II
Lettura:
Nel segno del pane spezzato, Cristo si dona con tutta la sua umanità e divinità, e noi in quella mensa singolare viviamo la più intensa comunione con lui: Chi mangia di me vivrà per me (Gv 6, 57). In Cristo, l’Unigenito del Padre, siamo introdotti nella comunione trinitaria. L’Eucaristia diventa così fonte e vertice di comunione, manifestazione di un divino mistero che ci avvolge e ci trascende (Eucaristia, Comunione e Comunità, 8).
Guida:
Cristo, nella Cena pasquale, ha donato il suo Corpo e il suo Sangue per la vita del mondo. Riuniti nella preghiera di lode, invochiamo il suo nome:
Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
L’assemblea ripete:
Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
Cristo, Figlio del Dio vivo, che ci hai comandato di celebrare l’Eucaristia in tua memoria, fa’ che vi partecipiamo sempre con fede e amore a beneficio di tutta la Chiesa.
— Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
Cristo, che riunisci in un solo corpo quanti si nutrono di uno stesso pane, accresci nelle nostre comunità la concordia e la pace.
— Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
Cristo, che nell’Eucaristia ci dai il farmaco dell’immortalità e il pegno della risurrezione, dona la salute agli infermi e il perdono ai peccatori.
— Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
Cristo, che nell’Eucaristia ci dai la grazia di annunziare la tua morte e risurrezione fino al giorno della tua venuta, rendi partecipi della tua gloria i nostri fratelli defunti.
— Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
Cristo, Figlio del Dio vivo, che ci hai comandato di celebrare l’Eucaristia in tua memoria, fa’ che vi partecipiamo sempre con fede e amore a beneficio di tutta la Chiesa.
— Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
Cristo, che riunisci in un solo corpo quanti si nutrono di uno stesso pane, accresci nelle nostre comunità la concordia e la pace.
— Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
Cristo, che nell’Eucaristia ci dai il farmaco dell’immortalità e il pegno della risurrezione, dona la salute agli infermi e il perdono ai peccatori.
— Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
Cristo, che nell’Eucaristia ci dai la grazia di annunziare la tua morte e risurrezione fino al giorno della tua venuta, rendi partecipi della tua gloria i nostri fratelli defunti.
— Cristo, pane del cielo, da’a noi la vita eterna.
ADORO DEVOTE
1. Adoro devote, latens veritas, - te quæ sub his formis vere latitas: - tibi se cor meum totum subicit, - quia te contemplans totum deficit.
2. Visus, gustus, tactus in te fallitur; - sed solus auditus tute creditur. - Credo quicquid dixit Dei Filius; - nihil Veritatis verbo verius.
3. In cruce latebat sola Deitas; - sed hic latet simul et humanitas. - Ambo tamen credens atque confitens, - peto quod petivit latro pænitens.
4. Plagas, sicut Thomas, non intueor; - meum tamen Deum te confiteor. - Fac me tibi semper magis credere, - in te spem habere, te diligere.
5. O memoriale mortis Domini, - Panis veram vitam præstans homini, - præsta meæ menti de te vivere, - et te semper illi dulce sapere.
6. Pie pellicane, Iesu Domine, - me immundum munda tuo sanguine, - cuius una stilla salvum facere - totum mundum posset omni scelere.
7. Iesu, quem velatum nunc aspicio, - quando fiet illud quod tam cupio: - ut, te revelata cernens facie, - visu sim beatus tuæ gloriæ? Amen.
2. Visus, gustus, tactus in te fallitur; - sed solus auditus tute creditur. - Credo quicquid dixit Dei Filius; - nihil Veritatis verbo verius.
3. In cruce latebat sola Deitas; - sed hic latet simul et humanitas. - Ambo tamen credens atque confitens, - peto quod petivit latro pænitens.
4. Plagas, sicut Thomas, non intueor; - meum tamen Deum te confiteor. - Fac me tibi semper magis credere, - in te spem habere, te diligere.
5. O memoriale mortis Domini, - Panis veram vitam præstans homini, - præsta meæ menti de te vivere, - et te semper illi dulce sapere.
6. Pie pellicane, Iesu Domine, - me immundum munda tuo sanguine, - cuius una stilla salvum facere - totum mundum posset omni scelere.
7. Iesu, quem velatum nunc aspicio, - quando fiet illud quod tam cupio: - ut, te revelata cernens facie, - visu sim beatus tuæ gloriæ? Amen.
1. O Gesù, ti adoro, ostia candida, - sotto un vel di pane nutri l’anima. - Solo in te il mio cuore si abbandonerà, - perché tutto è vano se contemplo te.
2. L’occhio, il gusto, il tatto non arriva a te, - ma la tua parola resta salda in me: - Figlio sei di Dio, nostra verità; - nulla di più vero, se ci parli tu.
3. Hai nascosto in Croce la divinità, - sull’altare veli pur l’umanità; - Uomo-Dio la fede ti rivela a me, - come al buon ladrone dammi un giorno il ciel.
4. Anche se le piaghe non mi fai toccar, - grido con Tommaso: «Sei il mio Signor», - cresca in me la fede, voglio in te sperar, - pace trovi il cuore solo nel tuo amor.
5. Sei ricordo eterno che morì il Signor, - pane vivo, vita, tu diventi me. - Fa’ che la mia mente luce attinga a te - e della tua manna porti il gusto in sé.
6. Come il pellicano nutri noi di te; - dal peccato grido: «Lavami, Signor». - Il tuo sangue è fuoco, brucia il nostro error, - una sola stilla tutti può salvar.
7. Ora guardo l’Ostia, che ti cela a me, - ardo dalla sete di vedere te: - quando questa carne si dissolverà, - il tuo viso, luce, si disvelerà? Amen.
2. L’occhio, il gusto, il tatto non arriva a te, - ma la tua parola resta salda in me: - Figlio sei di Dio, nostra verità; - nulla di più vero, se ci parli tu.
3. Hai nascosto in Croce la divinità, - sull’altare veli pur l’umanità; - Uomo-Dio la fede ti rivela a me, - come al buon ladrone dammi un giorno il ciel.
4. Anche se le piaghe non mi fai toccar, - grido con Tommaso: «Sei il mio Signor», - cresca in me la fede, voglio in te sperar, - pace trovi il cuore solo nel tuo amor.
5. Sei ricordo eterno che morì il Signor, - pane vivo, vita, tu diventi me. - Fa’ che la mia mente luce attinga a te - e della tua manna porti il gusto in sé.
6. Come il pellicano nutri noi di te; - dal peccato grido: «Lavami, Signor». - Il tuo sangue è fuoco, brucia il nostro error, - una sola stilla tutti può salvar.
7. Ora guardo l’Ostia, che ti cela a me, - ardo dalla sete di vedere te: - quando questa carne si dissolverà, - il tuo viso, luce, si disvelerà? Amen.
III
Lettura:
O voi tutti assetati venite all’acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti (Is 55, 1-2).
Guida:
Nel sacramento mirabile del Corpo e del Sangue di Cristo, la Chiesa celebra il memoriale della Pasqua. Cristo nell’Eucaristia continua la sua presenza viva in mezzo a noi. Meditando la sua parola, invochiamo:
— Donaci, Signore, il pane della vita.
— Donaci, Signore, il pane della vita.
L’assemblea ripete:
— Donaci, Signore, il pane della vita.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore; se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno. (Gv 6, 51)
— Donaci, Signore, il pane della vita.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me e io in lui, dice il Signore. (Gv 6, 56)
— Donaci, Signore, il pane della vita.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così colui che mangia di me vivrà per me, dice il Signore. (Gv 6, 57)
— Donaci, Signore, il pane della vita.
Signore Gesù, testimone fedele, primogenito dei morti, tu ci hai amati e hai lavato le nostre colpe nel tuo sangue. (Ap 1, 5)
— Donaci, Signore, il pane della vita.
Tu sei degno, Signore, di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e ci hai riscattato per Dio con il tuo sangue. (Ap 5, 9)
— Donaci, Signore, il pane della vita.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore; se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno. (Gv 6, 51)
— Donaci, Signore, il pane della vita.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me e io in lui, dice il Signore. (Gv 6, 56)
— Donaci, Signore, il pane della vita.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così colui che mangia di me vivrà per me, dice il Signore. (Gv 6, 57)
— Donaci, Signore, il pane della vita.
Signore Gesù, testimone fedele, primogenito dei morti, tu ci hai amati e hai lavato le nostre colpe nel tuo sangue. (Ap 1, 5)
— Donaci, Signore, il pane della vita.
Tu sei degno, Signore, di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e ci hai riscattato per Dio con il tuo sangue. (Ap 5, 9)
— Donaci, Signore, il pane della vita.
HAI DATO UN CIBO
1. Hai dato un cibo a noi, Signore,
germe vivente di bontà.
Nel tuo Vangelo, o buon Pastore,
sei stato guida e verità.
R. Grazie diciamo a te, Gesù!
Resta con noi, non ci lasciare;
sei vero amico solo tu!
2. Alla tua mensa accorsi siamo
pieni di fede nel mister.
O Trinità, noi t’invochiamo:
Cristo sia pace al mondo inter. R.
IV
Lettura:
Ringraziamo con gioia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, perché ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. Ci ha liberati dal potere delle tenebre, ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati (Col 1, 12-14).
Guida:
Nell’Eucaristia sono presenti le «opere mirabili» che Dio ha compiuto nella storia. Mentre contempliamo il mistero, rendiamo grazie a Dio e proclamiamo:
— Noi ti ringraziamo, o Padre.
— Noi ti ringraziamo, o Padre.
L’assemblea ripete:
— Noi ti ringraziamo, o Padre.
Noi ti ringraziamo, o Padre,
per i segni grandi del tuo amore
che a noi si svela nella creazione, nella storia dell’uomo
e nella piena rivelazione del tuo Figlio Gesù.
— Noi ti ringraziamo, o Padre.
Per la potenza dello Spirito egli è venuto tra noi,
nel seno purissimo di Maria.
Fece del mondo la sua casa,
elesse i poveri,
annunciò pace e riconciliazione a tutti,
si consegnò liberamente alla morte di croce.
— Noi ti ringraziamo, o Padre.
Per amore egli è venuto,
d’amore è vissuto,
con amore si è donato a te
e in un gesto supremo d’amore si è sacrificato per noi.
— Noi ti ringraziamo, o Padre.
Nell’ultima cena, riunito con i discepoli,
dopo averci dato il comandamento nuovo,
segno di eterna alleanza,
ci lasciò il suo Corpo e il suo Sangue
per la remissione dei peccati.
— Noi ti ringraziamo, o Padre.
Noi ti ringraziamo, o Padre, per questo santissimo segno,
lo accogliamo come dono della tua misericordia
che ci trasforma e ci dà un cuore nuovo,
come grazia di riconciliazione e come segno di comunione.
— Noi ti ringraziamo, o Padre.
NOI CANTEREMO GLORIA A TE
1. Noi canteremo gloria a te,
Padre che dai la vita,
Dio d’immensa carità,
Trinità infinita.
2. Tutto il creato vive in te,
segno della tua gloria;
tutta la storia ti darà
onore e vittoria.
3. La tua Parola venne a noi,
annuncio del tuo dono;
la tua promessa porterà
salvezza e perdono.
4. Dio si è fatto come noi,
è nato da Maria:
egli nel mondo ormai sarà
verità, vita e via.
5. Cristo il Padre rivelò,
per noi aprì il suo cielo;
egli un giorno tornerà,
glorioso, nel suo regno.
6. Manda, Signore, in mezzo a noi,
manda il Consolatore,
lo Spirito di santità,
Spirito dell’amore.
7. Vieni, Signore, in mezzo ai tuoi,
vieni nella tua casa:
dona la pace e l’unità,
raduna la tua Chiesa.
V
Lettura:
Egli è il pane di vita. Chi mangia la vita non può morire. Andate a lui e saziatevi, perché è il pane di vita. Andate a lui e bevete, perché egli è la fonte. Andate a lui e siate illuminati, perché è la luce. Andate a lui e diventate liberi, perché dov’è lo Spirito del Signore è la libertà. «Io sono il pane di vita. Chi viene a me non avrà più fame. Chi crede in me non avrà più sete» (Ambrogio di Milano, IV sec.).
Guida:
Cristo è il pane della vita. La Chiesa acclama con gioia:
Beato chi siede alla mensa del tuo regno, Signore.
L’assemblea ripete:
Beato chi siede alla mensa del tuo regno, Signore.
Cristo, sacerdote della nuova ed eterna alleanza, che sulla croce hai offerto al Padre il sacrificio perfetto, insegna anche a noi ad offrirlo degnamente insieme a te.
— Beato chi siede alla mensa del tuo regno, Signore.
Cristo, che hai voluto perpetuare in ogni parte della terra la tua offerta pura e santa, fa’che quanti si nutrono di un unico pane siano uniti in un solo corpo.
— Beato chi siede alla mensa del tuo regno, Signore.
Cristo, che nutri la tua Chiesa con il sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue, fa’ che, rinvigoriti da questo cibo, giungiamo al tuo monte santo.
— Beato chi siede alla mensa del tuo regno, Signore.
Cristo, invisibile ospite del nostro banchetto, che stai alla porta e bussi, vieni da noi, cena con noi e noi con te.
— Beato chi siede alla mensa del tuo regno, Signore.
Cristo, sacerdote della nuova ed eterna alleanza, che sulla croce hai offerto al Padre il sacrificio perfetto, insegna anche a noi ad offrirlo degnamente insieme a te.
— Beato chi siede alla mensa del tuo regno, Signore.
Cristo, che hai voluto perpetuare in ogni parte della terra la tua offerta pura e santa, fa’che quanti si nutrono di un unico pane siano uniti in un solo corpo.
— Beato chi siede alla mensa del tuo regno, Signore.
Cristo, che nutri la tua Chiesa con il sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue, fa’ che, rinvigoriti da questo cibo, giungiamo al tuo monte santo.
— Beato chi siede alla mensa del tuo regno, Signore.
Cristo, invisibile ospite del nostro banchetto, che stai alla porta e bussi, vieni da noi, cena con noi e noi con te.
— Beato chi siede alla mensa del tuo regno, Signore.
RESTA CON NOI, SIGNORE, LA SERA
1. Resta con noi, Signore, la sera:
resta con noi e avremo la pace.
R. Resta con noi, non ci lasciar,
la notte mai più scenderà.
Resta con noi, non ci lasciar
per le vie del mondo, Signor.
2. Ti porteremo ai nostri fratelli,
ti porteremo lungo le strade. R.
3. Voglio donarti queste mie mani,
voglio donarti questo mio cuore. R.
VI
Lettura:
Nell’Eucaristia il sacrificio di Cristo diviene pure il sacrificio delle membra del suo corpo. La vita dei fedeli, la loro lode, la loro sofferenza, la loro preghiera, il loro lavoro, sono uniti a quelli di Cristo e alla sua offerta totale, e in questo modo acquistano un valore nuovo (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1368).
Guida:
Ti ringraziamo, o Padre, per la vita eterna
che tu ci hai rivelato in Cristo Gesù, tuo servo.
Diciamo:
Gloria a te nei secoli.
L’assemblea ripete:
— Gloria a te nei secoli.
Come questo grano era sparso per i campi
e raccolto è diventato un solo pane,
così si raccolga la tua Chiesa
dai confini della terra nel tuo regno.
— Gloria a te nei secoli.
Come questa uva era sparsa per i colli
e raccolta è diventata un solo vino,
così si raccolga la tua Chiesa
dai confini della terra nel tuo regno.
— Gloria a te nei secoli.
Ti ringraziamo, o Padre,
per il santo tuo nome
che hai iscritto nei nostri cuori.
— Gloria a te nei secoli.
Ti ringraziamo, o Padre,
per la sapienza e l’immortalità
che tu ci hai mostrato nel tuo servo Gesù.
— Gloria a te nei secoli.
Tu, Signore onnipotente,
che tutto hai creato per la gloria del tuo nome,
ci hai donato nel tuo servo Gesù
cibo e bevanda per la vita eterna.
— Gloria a te nei secoli.
RALLEGRATI, GERUSALEMME
L’assemblea ripete: Rallegrati, Gerusalemme.
SALMO 121
Andiamo alla casa del Signore
1. Esultai quando mi dissero:
Andiamo alla casa del Signore!
E ora stanno i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme! R.
2. Gerusalemme, riedificata come città,
ricostruita compatta!
Là sono salite le tribù,
le tribù del Signore. R.
3. A lodare il nome del Signore,
— è precetto in Israele —; là sono i troni del giudizio,
per la casa di Davide. R.
4. Chiedete pace per Gerusalemme:
sia sicuro chi ti ama,
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi. R.
5. Per amore dei fratelli e dei vicini
io dirò: In te sia pace;
per la casa del Signore, nostro Dio,
io cerco il tuo bene. R.
6. Sia gloria al Padre, al Figlio,
allo Spirito Santo:
a chi era, è, e sarà
nei secoli il Signore. R.
VII
Lettura:
Attraverso l’adorazione il cristiano contribuisce misteriosamente alla trasformazione radicale del mondo e alla diffusione del Vangelo. Ogni persona che prega il Salvatore trascina dietro di sé il mondo intero e lo eleva a Dio. Coloro che s’incontrano con il Signore svolgono dunque un eminente servizio; essi presentano a Cristo tutti coloro che non lo conoscono o che sono lontani da lui; essi vegliano dinanzi a lui, in loro nome (Lettera sull’adorazione eucaristica di GIOVANNI PAOLO II).
Guida:
Preghiamo Dio Padre, che ha cura di tutte le creature, e diciamo con fede sincera:
— Ascoltaci, o Signore.
L’assemblea ripete:
— Ascoltaci, o Signore.
Tu, che nutri continuamente il tuo popolo,
custodisci la tua Chiesa,
proteggi il nostro Papa Benedetto,
assisti i nostri Vescovi,
guida e sostieni i sacerdoti.
— Ascoltaci, o Signore.
Tu, che ci disseti al calice della gioia,
illumina i legislatori e i governanti,
promuovi la giustizia,
estingui ogni odio e rancore,
fa’ che i ricchi usino con giustizia delle loro risorse.
— Ascoltaci, o Signore.
Tu, che ci hai redenti con il Sangue di Cristo,
custodisci tutti i popoli nella pace,
suscita numerose vocazioni per la tua Chiesa,
soccorri i poveri,
fa’ che i disoccupati trovino lavoro.
— Ascoltaci, o Signore.
Tu, che sei grande nell’amore,
sii presente in ogni famiglia,
benedici i nostri parenti e amici,
ricompensa chi ci ha fatto del bene,
fa’ che i fanciulli e i giovani crescano nella tua amicizia.
— Ascoltaci, o Signore.
Tu, che sei il buon Pastore delle nostre anime,
aiuta l’incredulo che vorrebbe credere,
consola gli afflitti,
difendi i perseguitati,
converti i peccatori,
guarisci i malati,
dona ai defunti la vita eterna.
— Ascoltaci, o Signore.
LODATE DIO
1. Lodate Dio, schiere beate del cielo,
lodate Dio, genti di tutta la terra:
cantate a lui, che l’universo creò,
somma sapienza e splendore.
2. Lodate Dio, Padre che dona ogni bene,
lodate Dio, ricco di grazia e perdono:
cantate a lui, che tanto gli uomini amò,
da dare l’unico Figlio.
3. Lodate Dio, uno e trino Signore,
lodate Dio, meta e premio dei buoni:
cantate a lui, sorgente d’ogni bontà,
per tutti i secoli. Amen.
VIII
Lettura:
Quando Cristo comunica al credente non solo la sua virtù e la sua grazia, ma il suo Spirito e il suo corpo, mescola in certo modo la sua anima con quella del giusto, il suo corpo con quello di lui. Il Signore mostra se stesso attraverso gli occhi, la bocca, i sentimenti del fedele. Il volto di questi, i suoi movimenti e il modo di agire sono quelli di Cristo. Cristo occupa così bene l’anima, vi prende intimo possesso pur senza distruggerla o corromperla, che nell’ultimo giorno si scoprirà soltanto Gesù in quest’anima e, nelle anime dei giusti. Cristo, perciò, e i fedeli, pur restando distinti, saranno un solo e medesimo Cristo. (Luigi di Leòn, Los Nombres de Cristo, Obras completas castellanas, B.A.C, I ed., Madrid, 659).
Guida:
Signore, quando siamo nel dubbio e nelle tenebre, quando ti cerchiamo senza poterti trovare, aumenta la nostra fede:
— Signore, pietà.
L’assemblea ripete:
— Signore, pietà.
Signore, quando il nostro cuore è triste e angosciato, quando i tempi sono duri, crudeli, incerti, rendi salda la nostra speranza.
— Signore, pietà.
Signore, quando non sappiamo amarti veramente, quando non amiamo abbastanza i nostri fratelli con i fatti e nella verità, accresci la nostra carità.
— Signore, pietà.
Signore, quando ti dimentichiamo al punto da non pregarti più, quando ci allontaniamo da te fino ad offenderti con il peccato, concedici la tua grazia e il tuo perdono.
— Signore, pietà.
Signore, quando abbiamo paura di tanta violenza e di tanto odio, quando siamo vittime dell’ingiustizia, donaci il tuo Spirito di forza, di pace e d’amore.
— Signore, pietà.
Signore, quando il nostro cuore è triste e angosciato, quando i tempi sono duri, crudeli, incerti, rendi salda la nostra speranza.
— Signore, pietà.
Signore, quando non sappiamo amarti veramente, quando non amiamo abbastanza i nostri fratelli con i fatti e nella verità, accresci la nostra carità.
— Signore, pietà.
Signore, quando ti dimentichiamo al punto da non pregarti più, quando ci allontaniamo da te fino ad offenderti con il peccato, concedici la tua grazia e il tuo perdono.
— Signore, pietà.
Signore, quando abbiamo paura di tanta violenza e di tanto odio, quando siamo vittime dell’ingiustizia, donaci il tuo Spirito di forza, di pace e d’amore.
— Signore, pietà.
QUANTA SETE NEL MIO CUORE
1. Quanta sete nel mio cuore:
solo in Dio si spegnerà.
Quanta attesa di salvezza:
solo in Dio si sazierà.
L’acqua viva che egli dà
sempre fresca sgorgherà.
Il Signore è la mia vita,
il Signore è la mia gioia.
2. Se la strada si fa oscura,
spero in lui: mi guiderà.
Se l’angoscia mi tormenta,
spero in lui: mi salverà.
Non si scorda mai di me,
presto a me riapparirà.
Il Signore è la mia vita,
il Signore è la mia gioia.
3. Nel mattino io ti invoco:
tu, mio Dio, risponderai.
Nella sera rendo grazie:
tu, mio Dio, ascolterai.
Al tuo monte salirò,
e vicino ti vedrò.
Il Signore è la mia vita,
il Signore è la mia gioia.
IX
Lettura:
L’amore di Cristo ci spinge a operare incessantemente per l’unità della sua Chiesa, per l’annuncio del Vangelo fino ai confini della terra e per il servizio degli uomini: «Noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo; tutti infatti partecipiamo dell’unico pane» (1 Cor 10, 17): è questa la Buona Notizia che fa gioire il cuore dell’uomo e gli mostra che è chiamato a prendere parte alla vita beata con Dio (Lettera sull’adorazione eucaristica di GIOVANNI PAOLO II).
Guida:
Dio nostro Padre, tu vuoi radunare tutti gli uomini in un solo popolo, nel quale risplenda l’amore del Figlio tuo che ha dato per noi il suo Corpo e il suo Sangue. Ascolta ed esaudisci la nostra preghiera. Diciamo insieme:
— Ascoltaci, o Signore.
L’assemblea ripete:
— Ascoltaci, o Signore.
Tu ci hai donato l’Eucaristia come principio e fonte di unità: abbatti tutte le frontiere dell’egoismo che ci separano da te e ci rendono stranieri al nostro prossimo.
— Ascoltaci, o Signore.
Manda il tuo Spirito, perché faccia di noi una cosa sola attorno alla stessa mensa.
— Ascoltaci, o Signore.
Fa’ che dall’Eucaristia impariamo a dare anche noi il corpo e il sangue per i nostri fratelli.
— Ascoltaci, o Signore.
Donaci di comprendere che il Figlio tuo, presente nell’Eucaristia, è il centro della nostra vita e delle nostre comunità ed è la forza da cui deriva la nostra missione a servizio dei fratelli.
— Ascoltaci, o Signore.
Accresci la nostra capacità di dono in comunione con il Figlio tuo Gesù Cristo, nostro Signore.
— Ascoltaci, o Signore.
Tu ci hai donato l’Eucaristia come principio e fonte di unità: abbatti tutte le frontiere dell’egoismo che ci separano da te e ci rendono stranieri al nostro prossimo.
— Ascoltaci, o Signore.
Manda il tuo Spirito, perché faccia di noi una cosa sola attorno alla stessa mensa.
— Ascoltaci, o Signore.
Fa’ che dall’Eucaristia impariamo a dare anche noi il corpo e il sangue per i nostri fratelli.
— Ascoltaci, o Signore.
Donaci di comprendere che il Figlio tuo, presente nell’Eucaristia, è il centro della nostra vita e delle nostre comunità ed è la forza da cui deriva la nostra missione a servizio dei fratelli.
— Ascoltaci, o Signore.
Accresci la nostra capacità di dono in comunione con il Figlio tuo Gesù Cristo, nostro Signore.
— Ascoltaci, o Signore.
T’ADORIAM
R. T’adoriam, Ostia divina,
t’adoriam, Ostia d’amor.
1. Tu degli Angeli il sospiro.
Tu dell’uomo sei l’onor. R.
2. Tu dei forti la dolcezza.
Tu dei deboli il vigor. R.
3. Tu salute dei viventi.
Tu speranza di chi muor. R.
X
Lettura:
L’adorazione è la disposizione fondamentale dell’uomo che si riconosce creatura davanti al suo Creatore. Essa esalta la grandezza del Signore che ci ha creati e l’onnipotenza del Salvatore che ci libera dal male [...] L’adorazione del Dio tre volte santo e sommamente amabile ci colma di umiltà e dà sicurezza alle nostre suppliche. (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2628).
Guida:
In pace preghiamo il Signore, dicendo:
— Signore, pietà.
L’assemblea ripete:
— Signore, pietà.
Per la pace che viene dall’alto e per la salvezza delle anime nostre, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per la pace del mondo intero, per la prosperità della santa Chiesa di Dio e per l’unione di tutti, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per il nostro Santo Padre, il Papa, per tutti i Vescovi, per i presbiteri e i diaconi, per tutto il popolo, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per questa città, per ogni città e paese e per tutti i fedeli che vi abitano, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per la salubrità dell’aria, per l’abbondanza dei frutti della terra, per tempi di pace, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per i naviganti, i viandanti, i malati, i sofferenti, i prigionieri, e per la loro salvezza, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per essere liberati da ogni afflizione, male, pericolo o necessità, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.
— Signore, pietà.
Facendo memoria della Tuttasanta, Immacolata, Benedetta, gloriosa Signora nostra, Madre di Dio e sempre Vergine Maria, insieme con tutti i santi, raccomandiamo noi stessi, gli uni gli altri e tutta la nostra vita a Cristo Dio.
Per la pace che viene dall’alto e per la salvezza delle anime nostre, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per la pace del mondo intero, per la prosperità della santa Chiesa di Dio e per l’unione di tutti, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per il nostro Santo Padre, il Papa, per tutti i Vescovi, per i presbiteri e i diaconi, per tutto il popolo, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per questa città, per ogni città e paese e per tutti i fedeli che vi abitano, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per la salubrità dell’aria, per l’abbondanza dei frutti della terra, per tempi di pace, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per i naviganti, i viandanti, i malati, i sofferenti, i prigionieri, e per la loro salvezza, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Per essere liberati da ogni afflizione, male, pericolo o necessità, preghiamo il Signore.
— Signore, pietà.
Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.
— Signore, pietà.
Facendo memoria della Tuttasanta, Immacolata, Benedetta, gloriosa Signora nostra, Madre di Dio e sempre Vergine Maria, insieme con tutti i santi, raccomandiamo noi stessi, gli uni gli altri e tutta la nostra vita a Cristo Dio.
L’assemblea:
Amen.
BENEDIZIONE EUCARISTICA
TANTUM ERGO
1. Adoriamo il Sacramento
che Dio Padre ci donò.
Nuovo patto, nuovo rito
nella fede si compì.
Al mistero è fondamento
la parola di Gesù.
2. Gloria al Padre onnipotente,
gloria al Figlio Redentor,
lode grande, sommo onore
all’eterna Carità.
Gloria immensa, eterno amore
alla santa Trinità. Amen.
Orazione
Il Santo Padre:
Oremus.
Deus, qui nobis, sub sacramento mirabili passionis tuæ memoriam reliquisti, tribue, quæsumus, ita nos Corporis et Sanguinis tui sacra mysteria venerari, ut redemptionis tuæ fructum in nobis iugiter sentiamus.
Qui vivis et regnas in sæcula sæculorum.
R. Amen.
Oremus.
Deus, qui nobis, sub sacramento mirabili passionis tuæ memoriam reliquisti, tribue, quæsumus, ita nos Corporis et Sanguinis tui sacra mysteria venerari, ut redemptionis tuæ fructum in nobis iugiter sentiamus.
Qui vivis et regnas in sæcula sæculorum.
R. Amen.
Il Santo Padre:
Preghiamo.
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
Preghiamo.
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
Il Santo Padre imparte la benedizione eucaristica.
Acclamazioni
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’Altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
SALVE, REGINA
Temas Encontrados sobre la Homilia y Evangelio
OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
SOLEMNIDAD DEL SANTÍSIMO CUERPO Y SANGRE DE CRISTO
Lectura de la carta a los Hebreos 9, 11-15
Éxodo24, 3-8, | Hebreos 9, 11-15
OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI - 22.05.2008
HOMILÍA DE SU SANTIDAD BENEDICTO XVI - 11.06.2009
No hay comentarios:
Publicar un comentario
Nota: solo los miembros de este blog pueden publicar comentarios.