domingo, 4 de octubre de 2009

04.10.2009 - Misa de la Apertura de la Asamblea por Africa y Sinodo de Obispo


CHIESA FAMIGLIA DI DIO:


«SALE DELLA TERRA» E «LUCE DEL MONDO»


70.  Rispondendo alle domande dei Lineamenta, le Chiese particolari auspicano di aprire cammini di riconciliazione, giustizia e pace nel continente. Per questo, i Padri del Sinodo rifletteranno sul problema del radicamento delle loro comunità nella cultura africana, nella Tradizione viva della Chiesa e nei valori evangelici. Essi dovranno scoprire, per la Chiesa, il modo migliore di essere «sale» e «luce» nel cuore dell’Africa, in sinergia con la società africana e per essa.


I. Radicarsi in una cultura africana trasfigurata


71.  Le Chiese particolari constatano che la sfida dell’inculturazione è più che mai cruciale per le nostre società africane le cui culture sono minacciate.


1.  Le sfide della globalizzazione

72.  Come ricordava il Santo Padre Benedetto XVI all’inizio dell’anno, «la famiglia umana [è] oggi ulteriormente unificata dal fenomeno della globalizzazione».38 In questo contesto mondiale in cui l’Africa è lesa, alcune risposte suggeriscono che i Padri del Sinodo cerchino le vie di un’azione della Chiesa a favore di una maggiore integrazione delle società e delle Nazioni del continente. In effetti, nell’attuale corsa dei Paesi industrializzati ad occupare le riserve minerarie più grandi del mondo, l’abbondanza delle risorse naturali del continente continua ad essere una fonte di minaccia alla pace, alla giustizia e alla riconciliazione, e le società inoltre rischiano di essere deturpate dalla logica dell’economia mondiale a scapito di ciò che costruisce la persona umana, cio è il meglio delle nostre tradizioni locali e della nostra fede.39


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38 BENEDETTO XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace «Famiglia umana, comunità di pace» (08.12.2007), 10: L’Osservatore Romano (12.12.2007), p. 4.
39 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica Postsinodale Ecclesia in Africa (14.09.1995), 48: AAS 88 (1996) 31.


2.  La necessità del radicamento culturale

73.  Il Vangelo si radica nel tessuto umano della cultura. Le società africane constatano, impotenti, la disgregazione delle loro culture. La Chiesa può formare cristiani autentici 40 solo prendendo seriamente in mano l’inculturazione del messaggio evangelico. In questo anno giubilare di San Paolo, le Chiese particolari auspicano che i Padri sinodali mettano la figura di San Paolo al centro delle loro riflessioni, poiché «l’Apostolo è stato un eccezionale artefice di inculturazione del messaggio biblico entro nuove coordinate culturali. È ciò che la Chiesa è chiamata a fare anche oggi [...]. Essa deve far penetrare la Parola di Dio nella molteplicità delle culture ed esprimerla secondo i loro linguaggi, le loro concezioni, i loro simboli e le loro tradizioni religiose».41


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40 Cf. idem, 47: AAS 88 (1996) 30.
41 XII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI (2008), Verbum Domini in vita et missione Ecclesiae, Messaggio, 15.


3.  Il lievito del Vangelo nei valori africani

74.  Nelle risposte si evidenzia la necessità di una pastorale migliore, affinché le verità e i valori delle culture africane siano toccati e trasfigurati dal Vangelo. Ciò che il Servo di Dio Giovanni Paolo II diceva a questo riguardo resta una preoccupazione. L’«inculturazione — egli affermava — [...] sarà realmente un riflesso dell’incarnazione del Verbo, quando una cultura, trasformata e rigenerata dal Vangelo, produce dalla sua propria viva tradizione espressioni originali di vita, di celebrazione, di pensiero cristiani».42 Radicandosi nella Scrittura — tradotta nelle lingue locali —, i cristiani saranno capaci di comprendere il Verbo di Dio e di ascoltarne la Parola. Essi gli obbediranno secondo l’accezione comune del verbo «ascoltare» nelle lingue africane, per vivere in maniera profonda i valori evangelici, senza tradirli con pratiche e comportamenti culturalmente ammessi ma contrari allo spirito di Cristo (cf. Mt 5, 17). Come dice l’Apostolo Paolo: «Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8, 38-39).


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42 GIOVANNI PAOLO II, Viaggio Apostolico in Africa, Discorso ai Vescovi del Kenya (07.05.1980), 6: AAS 72 (1980) 497.


II. Attingere forza nella fede in Cristo


75.  Nella maggior parte delle risposte, le Conferenze Episcopali sottolineano che il legame con Cristo, che ha costituito gli uomini figli di Dio mediante il battesimo, sostiene le comunità ecclesiali nella loro azione. Esse alimentano questa relazione mediante l’ascolto della Parola, la frazione del pane eucaristico e la pratica del Sacramento della riconciliazione (cf. At 2, 42).


1.  La presenza operante di Cristo nelle nostre vite

76.  Come un fermento nelle nostre vite, la fede in Cristo presente e operante ci impegna e ci rende capaci di solidarietà e condivisione con l’assistenza ai poveri, ai malati, agli orfani e alle vedove, in cui vediamo il Suo volto (cf. Mt 25), per trasmettere il Suo amore, la Sua bontà e la Sua compassione. È grazie a questa fede che noi, discepoli di Cristo, assolviamo coscienziosamente il nostro lavoro. Essa ci stimola ad occuparci delle parrocchie nella misura delle nostre possibilità e della formazione dei futuri sacerdoti e persone consacrate in seno alle Comunità Ecclesiali Viventi.


77.  Questa fede ci rinvia a Cristo, modello e riferimento nella profondità dei nostri interrogativi. In Lui troviamo l’orientamento della nostra vita, mediante il discernimento della volontà di Dio nostro Padre nelle situazioni che affrontiamo, «essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato» (Eb 4, 15).


78.  Poiché Gesù Cristo è Salvatore e Signore, abbiamo potuto prendere delle iniziative al fine di promuovere la riconciliazione, la giustizia e la pace. Nelle difficoltà, non siamo indietreggiati davanti alla lotta contro gli antivalori e siamo rimasti aggrappati alla nostra comunità di fede senza fuggire verso soluzioni facili di salvezza proposte dalle sette. Nei momenti di persecuzione la Signoria di Cristo ci ha riempiti di coraggio, temperanza e pace. Noi restiamo nella speranza poiché, come Egli diceva, «voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!» (Gv 16, 33). E ancora: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20).


2.  Cristo, Pane di Vita

79.  Come ricordava ancora la Dodicesima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, è alla tavola di Cristo Pane di Vita che i cristiani nutrono la koinonia (comunione fraterna),43 che trasmettono in seguito alla società.


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43 Cf. XII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI (2008), Verbum Domini in vita et missione Ecclesiae, Messaggio, 10; CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Dei Verbum, 21.


L’incontro eucaristico

80.  Nell’Eucaristia, Cristo resta in mezzo a noi e in ciascuno di noi. Donandosi a noi, confessano le Chiese particolari, Egli ci riunisce e fa di noi un popolo di figli e figlie di Dio riconciliati e in armonia con il Padre, e gli uni con gli altri affinché, a nostra volta, noi possiamo essere agenti di riconciliazione, artefici di pace e di giustizia. Partecipi dell’offerta di Cristo al Padre, noi possiamo vivere, in Lui, azioni e gesti di pace e riconciliazione, e acconsentire al sacrificio del dono di noi stessi. Poiché «Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3, 16), affinché il Regno del Padre si diffonda. La celebrazione eucaristica è vissuta allora nella sua dimensione di luogo di esperienza spirituale in cui il memoriale di Cristo ispira i nostri impegni, ci dona la forza per andare verso gli altri in testimonianza evangelica di fede e di amore.


81.  L’Eucaristia è Sacramento d’amore. E là dove c’è l’amore, non sono ammessi l’odio, la vendetta e l’ingiustizia. Così, una comunità edificata dall’Eucaristia diventa autentico sacramento d’unità, fraternità e riconciliazione nel cuore dell’umanità. Poiché in essa il Signore vuole coronare di successo tutti i nostri sforzi diretti a fare del mondo un luogo di Gloria per il Padre suo, poiché «la gloria di Dio — dice Sant’Ireneo — è l’uomo vivente».44


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44 S. IRENEO DI LIONE, Adversus Hereses, IV, 20, 7: SC 100, 648.


82.  È ancora in questo Sacramento, che ci riconcilia con il Padre, che otteniamo la guarigione delle nostre divisioni mediante la preparazione penitenziale, la pace di Cristo data e ricevuta e il Pane di Vita condiviso, in cui Gesù stesso ci nutre del suo Corpo e della sua Parola.


La forza della Parola di Dio

83.  La Parola di Dio nutre la nostra fede e sostiene il nostro impegno. Essa ispira la vita personale, illumina gli avvenimenti quotidiani e offre criteri di discernimento nell’azione.


84.  Forza di coesione e di costruzione di comunità cristiane e di società più giuste e più fraterne, la Parola di Dio ridinamizza e rivivifica i membri delle nostre comunità.45 È importante dunque ascoltare, meditare ed approfondire la Parola, luogo privilegiato in cui si realizza il progetto meraviglioso di Dio sulla persona umana e sulla creazione. Le esperienze di certe famiglie in cui la Bibbia è al centro della loro vita e serve all’educazione dei figli e alle relazioni tra i genitori, attestano che la Parola di Dio ristabilisce l’armonia e la concordia nella casa, e rinsalda i legami familiari. La familiarità con la Parola di Dio ascoltata e condivisa in famiglia ammonisce le coscienze e protegge da derive quali il concubinato, l’adulterio e l’alcolismo. Essa mantiene lo sguardo dei suoi membri fisso su Gesù Cristo.


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45 Cf. BENEDETTO XVI, Lettera ai partecipanti all’Assemblea Generale della Federazione Biblica Cattolica (12.06.2008): L’Osservatore Romano (25.06.2008), p. 8.


85.  Queste esperienze ci invitano a lottare contro l’analfabetismo e a sollecitare una vasta solidarietà per ridurre il costo delle bibbie, affinché ciascun cristiano o al meno tutte le famiglie vi possano avere accesso. Se letta e spiegata in gruppi o nelle Comunità Ecclesiali Viventi, la Sacra Scrittura diventerà il fermento che rinnova e ricrea la nostra cultura affinché formi uomini e donne nuovi «nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo» (Ef 4, 13).


Il sacramento della riconciliazione

86.  Fedele al suo ministero di riconciliazione dell’uomo con Dio e degli uomini tra di loro, la Chiesa assicura ai suoi figli e figlie il servizio del sacramento di penitenza, riconciliazione e perdono. Attraverso la sua pratica abituale, i cristiani testimoniano che essi apprendono a guardare in faccia la loro vita per confessare l’esperienza della misericordia e della bontà di Dio46 verso la loro miseria, il loro peccato e le loro mancanze d’amore.47 Tale pratica sacramentale è diventata luogo autentico in cui la grazia di Dio li ha riconciliati con se stessi e con gli altri. Essi hanno progressivamente appreso ad entrare nella logica della riconciliazione (cf. Mt 6, 15; 18, 23-35). Una forma di celebrazione comunitaria del sacramento, secondo le norme della Chiesa, non potrebbe contribuire a medicare le ferite delle società lacerate da esperienze di violenza, di conflitti e di guerre?


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46 Cf. S. AGOSTINO, Confessionum libri tredecim, Liber 10, Cap. 33, 50: PL 32, 800.
47 Cf. S. AGOSTINO, Sermo LVI, 7, 11: PL 38, 381-382.


III. Agire come Chiesa Famiglia di Dio


1.  Figli e figlie dello stesso Padre nel Figlio unigenito

87.  Benché provenienti da origini diverse, l’appartenenza a Cristo ci riunisce come fratelli e sorelle di una stessa famiglia di figli e figlie di Dio. In questo modo, essa ci invita a trasformare le nostre differenze tribali, etniche, razziali o di classe sociale, che a volte ostacolano il nostro camminare insieme, affinché l’acqua del battesimo sia più forte del sangue (cf. Gal 3, 27-28).


88.  Poiché fondata sulla paternità di Dio, l’immagine della Chiesa come Famiglia ha messo in rilievo i valori familiari africani di solidarietà, condivisione, rispetto dell’altro, coesione, ecc. Questo modello ha aperto i cuori e gli animi a una gestione dei conflitti mediante il dialogo sotto l’arbre à palabre e mediante i riti di riconciliazione che, per noi discepoli di Cristo, sono la Parola di Dio, ascoltata e condivisa,48 il sacramento della penitenza e l’Eucaristia che suggella la comunione. È ciò che ci insegna l’esperienza dei sinodi diocesani, delle giornate sacerdotali, dei forum di fedeli laici e delle Comunità Ecclesiali Viventi.


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48 Il metodo della Lectio divina messo a punto dall’Istituto di Lumko (Sudafrica), denominato «Seven Steps», è stato adottato in un certo numero di Paesi.


2.  Segno e strumento di riconciliazione

89.  La Chiesa Famiglia diventa segno visibile e strumento di giustizia, di pace e di riconciliazione operate da Cristo a beneficio del genere umano, quand’essa vive in coerenza con la sua identità di famiglia «sale della terra» e «luce del mondo».49 Ne ha dato un esempio il Servo di Dio Giovanni Paolo II a Gorée (Senegal) nel 1992 e alla soglia del terzo millennio a Roma (12 marzo 2000). Dopo di lui, i Vescovi del SCEAM hanno ripreso il suo gesto a Gorée nel 2003.


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49 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica Postsinodale Reconciliatio et paenitentia (02.12.1984), 8-9: AAS 77 (1985) 200-204.


La Chiesa sacramento di riconciliazione

90.  La Chiesa nel continente africano ha occupato un posto ragguardevole nella riconciliazione in occasione dei conflitti. Essa gode, altresì, di una grande credibilità in molte società africane. Non è forse questo un invito ad un impegno più coraggioso a costruire ponti tra gli uomini? Ad esempio, poiché la forza di cui le comunità ecclesiali dispongono proviene loro dallo Spirito Santo, alcune di esse testimoniano che in nome della loro fede in Cristo, esse hanno il coraggio di intraprendere iniziative per riconciliare, al livello delle Comunità Ecclesiali Viventi, le coppie separate, le famiglie in conflitto e le comunità divise dei villaggi.


La riconciliazione autentica:
guarigione per la giustizia e la pace


91.  Come un seme gettato in terra che spinge senza che ce se ne accorga, così avviene per il Regno di Dio di cui la Chiesa è segno e strumento. L’efficacia della sua azione è invisibile agli occhi dell’uomo. La riconciliazione che Cristo continua ad operare attraverso di essa per l’unità del genere umano è una guarigione lenta e lunga che esige da tutti i cristiani che essi vi lavorino con la fede di Mosè che, «rimase saldo, come se vedesse l’invisibile» (Eb 11, 27). Guariti dall’unzione dello Spirito di Cristo, essi potranno operare per riconciliare gli uomini tra di loro e ristabilire la pace nei cuori e nella società.


IV. Impegnarsi per un’Africa riconciliata


92.  È riconosciuto che la Chiesa è profondamente impegnata nella società africana al servizio di tutti attraverso le sue istituzioni educative e sanitarie e i programmi di sviluppo. Come possono queste altre istituzioni e comunità (Conferenze episcopali, diocesi, parrocchie, Comunità Ecclesiali Viventi) dare gli stessi segni?


1.  La Chiesa, Famiglia per le Nazioni

93.  Le Comunità Ecclesiali Viventi incarnano questa preoccupazione di convivialità familiare nella Chiesa. La vita cristiana a misura umana si vive in questo quadro. Le solidarietà positive come espressione della carità cristiana si sperimentano in maniera esemplare in queste comunità. In alcuni luoghi, la Parola di Dio è letta, condivisa e vissuta a questo livello. Diventa importante, pertanto, il ruolo degli animatori laici delle comunità per assicurare un servizio di leadership che aiuti i membri a crescere nella fede e nell’impegno per una società riconciliata, giusta e pacifica. Un lavoro teologico è senza dubbio auspicato in questo «luogo».


94.  La Chiesa prende la Famiglia come modello. Essa deve far sì che questa «chiesa domestica» sia a immagine della Sacra Famiglia in cui il dono totale di sé all’altro è contrassegnato da rispetto, disponibilità e collaborazione (cf. Mt 2, 13-14.19-23; Lc 2, 21ss.; Gv 2, 1-12; 19, 26-27; At 1, 14). I coniugi e la famiglia richiedono un’attenzione particolare. Il matrimonio tradizionale obbliga, a volte, i cristiani a vivere ai margini della loro comunità. Cosa fare affinché la celebrazione cristiana del matrimonio si radichi sempre più nella tradizione africana dell’alleanza matrimoniale e quest’ultima sia elevata e trasformata dai valori evangelici del matrimonio cristiano?50 Quali disposizioni adottare per ridurre il costo, spesso molto elevato, dei matrimoni in Chiesa e incoraggiare i più poveri a celebrare questo Sacramento? La questione della coppia cristiana riguarda naturalmente quella della famiglia. La complessità del controllo delle nascite richiede che la Chiesa vi si dedichi con l’aiuto di esperti e in dialogo con i coniugi cristiani, nel rispetto dei valori culturali africani legati alla vita, nel rispetto della legge morale che la Chiesa insegna, e nell’utilizzo dei migliori consigli medici per la «pianificazione familiare naturale».


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50 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica Postsinodale Ecclesia in Africa (14.09.1995), 50: AAS 88 (1996) 31-32.


95.  D’altronde, con il calo della pratica cristiana si constata, in certe Chiese particolari, un affievolimento del tessuto familiare ecclesiale. Le ragioni sono varie. La mancanza di un progetto comune rallenta lo sforzo della Chiesa per la pace e la risoluzione dei conflitti. I cristiani sono resi fragili poiché non hanno una comprensione solida della loro fede per viverla e «rispondere a chiunque [...] domandi ragione della speranza che è in [loro]» (1 Pt 3, 15). La Sacra Scrittura, che deve aiutarli in questo, non è ancora entrata nel loro modo di vita come fonte di apprendimento del cammino con Dio nel cuore del mondo e della storia. A volte, essi ricorrono perfino alla stregoneria e alle pratiche su deplorate, o si lasciano influenzare dalle ideologie politiche e dalle sette cristiane che attaccano la Chiesa cattolica. Per un gran numero di cristiani, la Chiesa è la gerarchia; essi non hanno presente la dimensione del corpo mistico con le sue molteplici membra. Non c’è dubbio che la mancanza di operai apostolici in certe Chiese particolari e i problemi economici che esse incontrano, indeboliscono la volontà di intraprendere progetti capaci di edificare questo sentimento di essere Chiesa. D’altronde, la Chiesa soffre del fatto che alcuni sacerdoti, religiosi e religiose danno a volte il cattivo esempio abbandonandosi a pratiche occulte—e ciò può perfino avvenire nelle preghiere di guarigione e di liberazione— e a lotte di posizione sociale, invece di dedicarsi al servizio degli ultimi.


2.  Il servizio della società:
salute, educazione e sviluppo socio-economico


96.  In certe regioni del continente, le infrastrutture sanitarie, già insufficienti, non solo sono distrutte dalle guerre, ma rese anche inefficaci a seguito dell’incompetenza e della corruzione. L’espressione della solidarietà cristiana e africana si trova così messa a dura prova, e, in maniera singolare, proprio là dove il numero di malati colpiti da malattie endemiche è molto elevato. In altre regioni, le strutture sanitarie sono significative; esse sono in grado, difatti, di accogliere i malati, i feriti di guerra e altri bisognosi. Le mutue sanitarie inoltre concretizzano la volontà ecclesiale di solidarietà. Grazie, poi, all’aiuto della Caritas e delle Comunità Ecclesiali Viventi, ci si prende cura dei più poveri e dei malati di AIDS. In alcune Chiese particolari ci sono associazioni che accompagnano le famiglie nella pianificazione familiare secondo i metodi naturali. L’abnegazione e l’esemplare generosità del personale curante nelle istituzioni sanitarie rendono visibile la sollecitudine della Chiesa per i malati.


97.  Per quanto riguarda il settore dell’educazione, numerose Chiese particolari hanno creato delle strutture, non senza difficoltà. Tuttavia, la loro gestione è difficile a causa della pletora di giovani e della mancanza di personale qualificato. Poiché non hanno spazi di divertimento e gioco per ricrearsi, i giovani si divertono in luoghi in cui la cattiva compagnia li trascina verso la droga e la violenza. Inoltre, essi sono vittime di abusi sessuali e di altri crimini, quando non sono arruolati come soldati nelle guerre o sfruttati per il lavoro nei campi o nelle miniere. La situazione peggiora quando si ha a che fare con gli orfani o, più in generale, quando mancano l’interesse, l’attenzione e il controllo della famiglia. Ora, i bambini, hanno i loro diritti:51 lavorare con e per la gioventù, vuol dire pensare all’avvenire di tutta la società. Questo è un compito che si impone, pertanto, a tutti i cristiani. Le scuole cattoliche ne hanno la preoccupazione, ma quelle che non beneficiano di sovvenzioni fanno fatica a mantenersi o si mantengono a costi proibitivi per i poveri. Ciò nonostante, lo sviluppo delle università cattoliche nel continente è ragguardevole. Detto ciò, la dedizione al compito e l’attenzione agli alunni e agli studenti da parte di tutti coloro che lavorano nel settore educativo suscitano ammirazione e meritano l’incoraggiamento di tutta la Chiesa.


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51 Cf. ORGANIZZAZIONE DELLENAZIONIUNITE (ONU), Convenzione internazionale dei diritti dell’Infanzia (20.11.1989).


98.  Al di là dei settori specifici della salute e dell’educazione, la grande maggioranza delle Chiese particolari si sono impegnate in differenti ambiti socio-economici al servizio dei poveri, dei rifugiati, dei nomadi e della gioventù. Esse hanno una preoccupazione particolare per i cattolici impegnati nella vita politica ed economica.


3.  Il dialogo ecumenico

99.  Grazie ad alcuni luoghi abituali di incontro, alla settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, alla traduzione della Bibbia nelle nostre lingue locali con l’Alleanza biblica, il dialogo tra cristiani in Africa, tutte le confessioni incluse, prosegue e meriterebbe di essere maggiormente stimolato.


100.  Il desiderio di proseguire il dialogo con i nostri fratelli e sorelle cristiani si scontra, tuttavia, con alcuni ostacoli: da un lato, c’è una divergenza di riferimenti dottrinali, principi d’ermeneutica biblica, natura e missione della Chiesa, morale e disciplina ecclesiastica, nonché di stili liturgici; dall’altro, si innalzano diffidenza, rivalità tra gruppi di cristiani e un fondamentalismo mosso da complessi espressi, tra l’altro, da una mimetizzazione nell’abbigliamento (abiti clericali, insegne episcopali, paramenti liturgici). La mancanza di tolleranza e comprensione reciproca, nonché le accuse da ambo i lati, rendono molto difficili gli incontri. Nello spazio pubblico, la Chiesa cattolica è oggetto di una virulenta aggressione da parte delle sette cristiane, strumentalizzate dai politici per abbattere i valori che essa difende: famiglia, rispetto della dignità e della sacralità della vita umana, unità. Nonostante le sfide il dialogo deve proseguire, in particolare negli incontri nazionali e internazionali del Consiglio Ecumenico delle Chiese.


4.  La relazione con la Religione Tradizionale Africana

101.  La relazione pastorale suggerita con gli adepti della religione tradizionale africana è quella di uno studio benevolo di questa religione e della cultura che ne costituisce la matrice, al fine di identificare quegli elementi buoni e nobili che il Cristianesimo può adottare, purificando quelli che ritiene incompatibili con il Vangelo, al fine di forgiare una cultura di riconciliazione, di giustizia e di pace. Un approccio di questo tipo faciliterebbe la collaborazione con gli adepti di questa religione e contribuirebbe a una vera inculturazione nella Chiesa.52 Si dovranno tuttavia distinguere gli adepti della RTA dagli sciovinisti che la difendono come patrimonio nazionale e ne fanno oggetto di orgoglio nazionale, benché non la pratichino.


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52 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica Postsinodale Ecclesia in Africa (14.09.1995), 78: AAS 88 (1996) 56.


5.  Il dialogo con l’Islam

102.  In certi luoghi, la convivenza con i nostri fratelli musulmani è sana e buona; in altri, invece, la diffidenza da entrambi i lati impedisce un dialogo sereno: i conflitti occasionati dai matrimoni misti ne sono una prova. L’intolleranza poi di certi gruppi islamici genera ostilità e alimenta i pregiudizi. Non aiutano neanche le posizioni dottrinali di alcune correnti a proposito della Jihad: come lavorare alla pace mediante il dialogo e la riconciliazione come ci chiede il Cristianesimo? La tendenza a politicizzare le appartenenze religiose è del resto un pericolo comparso laddove si era iniziato il dialogo. Tuttavia, all’interno delle crisi, in alcune regioni la collaborazione in materia di educazione civica ed elettorale si è rivelata fruttuosa. A volte i documenti delle Conferenze Episcopali sono stati accolti positivamente dai musulmani. Talvolta le strutture della Chiesa sono servite a comunità musulmane per distribuire beni ai poveri e ai bisognosi. Manifesta è la solidarietà di alcuni ambienti musulmani con la Chiesa quando questa organizza incontri di riflessione sui problemi della società: coesistenza pacifica, corruzione, povertà, ecc. Infine, il rispetto dell’identità religiosa dei bambini musulmani nelle nostre scuole cattoliche concorre, in maniera esemplare ed efficace, ad educare la società alla tolleranza e alla pace.


Dall’Instrumentum laboris
della II Assemblea speciale per l’Africa
del Sinodo dei Vescovi


LAVANDA DEI PIEDI
MULUNGHETA CERNET FEKADU
ADDIS ABEBA
ETIOPIA


RITI DI INTRODUZIONE


Mentre il Santo Padre e i Concelebranti si avviano all'Altare, si cantano le

Laudes Regiæ


Il cantore:



L’assemblea:

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!

Il cantore:

1.  Exaudi, Christe.
Ecclesiæ sanctæ Dei salus perpetua.

Il cantore: L'assemblea:





 
Sancta Mater Ecclesiæ, R.  tu illam adiuva.
Regina Apostolorum, R.  tu illam adiuva.
Sancte Michael, R.  tu illam adiuva.
 
Sancte Ioannes Baptista, R.  tu illam adiuva.
Sancte Ioseph, R.  tu illam adiuva.


L’assemblea:

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!

Il cantore:

2.  Exaudi, Christe.
Benedicto, Summo Pontifici et universali Patri, vita!

Il cantore: L'assemblea:



 
Sancte Paule, R.  tu illum adiuva.


L’assemblea:

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!

Il cantore:

3.  Exaudi, Christe.
Episcopis catholicæ et apostolicæ fidei cultoribus, eorumque curis fidelibus, vita!

 
Salvator mundi, R.  tu illos adiuva.
Sancte Andrea, R.  tu illos adiuva.
Sancte Iacobe, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Ioannes, R.  tu illos adiuva.
Sancte Thoma, R.  tu illos adiuva.
Sancte Iacobe, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Philippe, R.  tu illos adiuva.
Sancte Bartholomæe, R.  tu illos adiuva.
Sancte Matthæe, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Simon, R.  tu illos adiuva.
Sancte Thaddæe, R.  tu illos adiuva.
Sancte Matthia, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Barnaba, R.  tu illos adiuva.
Sancte Luca, R.  tu illos adiuva.
Sancte Marce, R.  tu illos adiuva.
 




L’assemblea:

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!

 
Sancte Stephane, R.  tu illos adiuva.
Sancti Protomartyres Romani R.  vos illos adiuvate.
Sancte Ignati Antiochene, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Polycarpe, R.  tu illos adiuva.
Sancte Iustine, R.  tu illos adiuva.
Sancte Laurenti, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Cypriane, R.  tu illos adiuva.
Sancte Marcelle, R.  tu illos adiuva.
Sancte Bonifati, R.  tu illam adiuva.
 
Sancte Stanislae, R.  tu illos adiuva.
Sancte Thoma Becket, R.  tu illos adiuva.
Sancti Ioannes Fisher et Thoma More, R.  vos illos adiuvate.
 
Sancte Iosaphat, R.  tu illos adiuva.
Sancte Paule Miki, R.  tu illos adiuva.
Sancti Ioannes de Brébeuf et Isaac Jogues, R.  vos illos adiuvate.
 
Sancte Petre Chanel, R.  tu illos adiuva.
Sancte Carole Lwanga et Socii, R.  vos illos adiuvate.
Sanctæ Perpetua et Felicitas, R.  vos illos adiuvate.
 
Sancta Catharina de Alexandria, R.  tu illos adiuva.
Sancta Agnes, R.  tu illam adiuva.
Sancta Cæcilia, R.  tu illam adiuva.
 
Omnes sancti martyres, R.  vos illos adiuvate.
Sancte Clemens, R.  tu illos adiuva.
Sancte Athanasi, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Leo Magne, R.  tu illos adiuva.
Sancte Gregori Magne, R.  tu illos adiuva.
Sancte Ambrosi, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Augustine, R.  tu illos adiuva.
Sancti Basili et Gregori Nazianzene, R.  vos illos adiuvate.
Sancte Ioannes Chrysostome, R.  tu illam adiuva.
 
Sancte Martine, R.  vos illos adiuvate.
Sancte Cyrille, R.  tu illos adiuva.
Sancte Patrici, R.  tu illos adiuva.
 
Sancti Cyrille et Methodi, R.  vos illos adiuvate.
Sancte Carole Borromeo, R.  tu illos adiuva.
Sancte Roberte Bellarmino, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Francisce de Sales, R.  tu illos adiuva.
Sancte Daniel Comboni, R.  tu illos adiuva.
Sancte Pie decime, R.  tu illos adiuva.
 
Omnes sancti pontifices et doctores, R.  vos illos adiuvate.


L’assemblea:

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!

Il cantore:

4.  Exaudi, Christe.
Populis cunctis et omnibus hominibus bonæ voluntatis:
pax a Deo, rerum ubertas morumque civilium rectitudo.

 
Sancte Antoni, R.  tu illos adiuva.
Sancte Benedicte, R.  tu illos adiuva.
Sancte Bernarde, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Francisce, R.  tu illos adiuva.
Sancte Dominice, R.  tu illos adiuva.
Sancte Philippe Neri, R.  tu illos adiuva.
 
Sancte Vincenti de Paul, R.  tu illos adiuva.
Sancte Ioannes Maria Vianney, R.  tu illos adiuva.
Sancta Monica, R.  tu illos adiuva.
 
Sancta Catharina Senensis, R.  tu illos adiuva.
Sancta Teresia a Iesu, R.  tu illos adiuva.
Sancta Rosa de Lima, R.  tu illos adiuva.
 
Sancta Iosephina Bakhita, R.  tu illos adiuva.
Omnes sancti presbyteri et religiosi, R.  vos illos adiuvate.
Omnes sancti laici, R.  vos illos adiuvate.
 


L’assemblea:

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!

Il cantore:

Ipsi soli imperium, laus et iubilatio per infinita sæcula sæculorum. Amen.

L’assemblea:

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!

Il cantore: L’assemblea:



Il cantore:



L'assemblea: Il cantore: Tutti:



Il Santo Padre:

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.


R.  Amen.

... saluta l’assemblea:

Pax vobis.

R.  Et cum spiritu tuo.

Il Santo Padre:

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

R.  Amen.

... saluta l’assemblea:

La pace sia con voi.

R.  E con iltuo spirito.



... introduce la celebrazione e il rito dell’aspersione dell’acqua benedetta:

Cari fratelli e sorelle,
siamo qui riuniti presso la tomba dell’apostolo Pietro
per invocare il dono sempre nuovo dello Spirito Santo
su questa assemblea del Sinodo dei Vescovi,
perché rinnovi e rinvigorisca la sua Chiesa,
quale segno e strumento di riconciliazione,
di giustizia e di pace
specialmente nel grande continente africano.

Per questo abbiamo bisogno ancora una volta di conversione,
cio è di rivolgere il nostro sguardo e il nostro cuore
al Signore Gesù.
Riconosciamo pertanto i nostri peccati
e, in unione con tutti i martiri e i santi dell’Africa,
supplichiamolo affinché ci doni un cuore nuovo
e uno spirito nuovo
per renderci degni di celebrare i santi misteri.

Tutti pregano per qualche momento in silenzio.

Il Santo Padre:

Omnipotens sempiterne Deus, qui voluisti ut per aquam, fontem vitæ ac purificationis principium, etiam animæ mundarentur æternæque vitæ munus exciperent, dignare, quæsumus, hanc aquam c benedicere, qua volumus hac die tua, Domine, communiri. Fontem vivum in nobis tuæ gratiæ renovari et ab omni malo spiritus et corporis per ipsam nos defendi concedas, ut mundis tibi cordibus propinquare tuamque digne salutem valeamus accipere.

Per Christum Dominum nostrum.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Dio eterno e onnipotente, tu hai voluto che per mezzo dell’acqua, elemento di purificazione e sorgente di vita, anche l’anima venisse lavata e ricevesse il dono della vita eterna: benedi ci c quest’acqua, perché diventi segno della tua protezione in questo giorno a te consacrato. Rinnova in noi, Signore, la fonte viva della tua grazia e difendici da ogni male dell’anima e del corpo, perché veniamo a te con cuore puro.



Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.



Il Santo Padre e alcuni Concelebranti aspergono l’assemblea mentre si canta:

ASPERGES ME


La schola: L’assemblea:



Aspergimi, o Signore, con l’issopo, e sarò purificato;
lavami, e sarò più bianco della neve.

NAKOMA PETO


(CHE IO DIVENTI PURO)


(Lingala)





R.  Che io diventi puro, Dio, che io diventi puro, o Dio!

1.  Signore Dio, lavami; che davanti a te io diventi puro.

2.  Mokonzi Nzambe sukola
ngai e Masumu manso nakoma peto.

3.  Mokonzi Nzambe tindela
ngai e, Elimo wa Yo, nakoma peto.

Il Santo Padre:

Deus omnipotens, nos a peccatis purificet, et per huius Eucharistiæ celebrationem dignos nos reddat, qui mensæ regni sui participes efficiamur.

R.  Amen.







2.  Signore Dio, lavami da tutti i
miei peccati, che io diventi puro.

3.  Signore Dio, mandami iltuo
Spirito, perché diventi puro.

Il Santo Padre:

Dio onnipotente ci purifichi dai peccati, e per questa celebrazione dell’Eucaristia ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno.


R.  Amen.



Gloria (Orbis factor)


Il Santo Padre intona il Gloria in excelsis: la schola e l'assemblea lo cantano acclamando a Dio e a Cristo Signore.









Orazione colletta


Il Santo Padre:

Oremus.

Omnipotens sempiterne Deus, qui abundantia pietatis tuæ et merita supplicum excedis et vota, effunde super nos misericordiam tuam, ut dimittas quæ conscientia metuit, et adicias quod oratio non præsumit.


Per Dominum nostrum Iesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Preghiamo.

O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.

Per ilnostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.


R.  Amen.



LITURGIA DELLA PAROLA


Prima lettura


I due saranno un’unica carne

Lecture du livre de la Genèse. 2, 18-24

Au commencement, lorsque le Seigneur Dieu fit la terre et le ciel, il dit: «Il n’est pas bon que l’homme soit seul. Je vais lui faire une aide qui lui correspondra.»

Avec de la terre, le Seigneur Dieu façonna toutes les bêtes des champs et tous les oiseaux du ciel, et il les amena vers l’homme pour voir quels noms il leur donnerait. C’étaient des êtres vivants, et l’homme donna un nom à chacun. L’homme donna donc leurs noms à tous les animaux, aux oiseaux du cielet à toutes les bêtes des champs. Mais ilne trouva aucune aide qui lui corresponde.


Alors le Seigneur Dieu fit tomber sur lui un sommeil mystérieux, et l’homme s’endormit. Le Seigneur Dieu prit de la chair dans son côté, puis il referma. Avec ce qu’ilavait pris à l’homme, il forma une femme et ill ’amena vers l’homme.

L’homme dit alors: «Cette foisci, voilà l’os de mes os et la chair de ma chair! On l’appellera: ‘femme’.»


A cause de cela, l’homme quittera son père et sa mère, il s’attachera à sa femme, et tous deux ne feront plus qu’un.

Dal libro della Gènesi. 2, 18-24

Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».


Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto ilbestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.

Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.

Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta».

Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.





Salmo responsoriale


Il salmista:              dal Salmo 127



L’assemblea ripete:  Ci benedica il Signore, fonte della vita.

1.  Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene  R.

2.  La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa  R.

3.  Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion  R.

4.  Possa tu vedere ilbene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele!  R.

Seconda lettura


Colui che santifica e coloro che sono santificati
provengono tutti da una stessa origine


A reading from the letter to the Hebrews. 2, 9-11

Jesus was made for a little while lower than the angels, that through God’s gracious will he might taste death for the sake of all men.



Indeed, it was fitting that, when bringing many sons to glory, God, for whom and through whom all things exist, should make their leader in the work of salvation perfect through suffering.

He who consecrates and those who are consecrated have one and the same Father. Therefore, he is not ashamed to call them brothers.

Dalla lettera agli Ebrei. 2, 9-11


Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.

Conveniva infatti che Dio — per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria — rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.

Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.





Acclamazione al Vangelo


Mentre il Libro dei Vangeli viene portato solennemente all'ambone, l'assemblea acclama il Cristo presente nella sua Parola.

La schola:



L’assemblea ripete:  Alleluia.

La schola:          1 Gv 4, 12

Si diligamus invicem, Deus in nobis manet, et caritas eius in nobis consummata est.

Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.



L'assemblea:   Alleluia.

Vangelo


L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto


V.  Dominus vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

  Lectio sancti Evangelii secundum Marcum.

R.  Gloria tibi, Domine.

In illo tempore: accedentes pharisæi interrogabant eum, si licet viro uxorem dimittere, tentantes eum. At ille respondens dixit eis: «Quid vobis præcepit Moyses?». Qui dixerunt: «Moyses permisit libellum repudii scribere et dimittere».

Iesus autem ait eis: «Ad duritiam cordis vestri scripsit vobis præceptum istud. Ab initio autem creaturæ masculum et feminam fecit eos. Propter hoc relinquet homo patrem suum et matrem et adhærebit ad uxorem suam, et erunt duo in carne una; itaque iam non sunt duo sed una caro. Quod ergo Deus coniunxit, homo non separet».


Et domo iterum discipuli de hoc interrogabant eum. Et dicit illis: «Quicumque dimiserit uxorem suam et aliam duxerit, adulterium committit in eam; et si ipsa dimiserit virum suum et alii nupserit, moechatur».

Et offerebant illi parvulos, ut tangeret illos; discipuli autem comminabantur eis. At videns Iesus, indigne tulit et ait illis: «Sinite parvulos venire ad me. Ne prohibueritis eos; talium est enim regnum Dei. Amen dico vobis: Quisquis non receperit regnum Dei velut parvulus, non intrabit in illud». Et complexans eos benedicebat imponens manus super illos.



V.  Il Signore sia con voi.

R.  E con iltuo spirito.

  Dal Vangel o secondo Marco. 10, 2-16

R.  Gloria a te, o Signore.

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».

Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione (Dio) li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».

A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.





Il Santo Padre bacia il Libro dei Vangeli in segno di venerazione e benedice con esso l’assemblea.

Intanto si canta:  Alleluia.

Omelia


Il Santo Padre tiene l'omelia.

Segue una pausa di silenzio per la riflessione personale.

Credo (III)


Il Santo Padre intona il Credo:: la schola e l’assemblea lo cantano a cori alterni, affermando la propria fede.



















Preghiera dei fedeli


Il Santo Padre:

Chiamati a formare un solo corpo e un solo spirito,
eleviamo fiduciosi al Padre onnipotente la nostra supplica.

Il cantore:



Swahili

1.  Kwa ajili ya Kanisa Takatifu la Mungu, lililoenea duniani kote na linalokusanyika hapa, Mwenyezi Mungu, ulilinde na kuliimarisha katika Ukweli na Upendo, ili daima liweze kudumu katika kuliungama Jina lako.





1.  Per la santa Chiesa di Dio sparsa su tutta la terra e qui convocata: il Signore Dio nostro la custodisca e la confermi nella verità e nell’amore, affinché perseveri sempre nella confessione del suo nome.

Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.



Portoghese

2.  Pelo Santo Padre o Papa Bento XVI:

O Senhor nosso Deus o sustente no exercício do ministério petrino e o conserve longamente para a sua Santa Igreja, para que, em comunhão com ele, se reforce nos pastores e nos fiéis o vinculo da unidade, do amor e da paz.





2.  Per il Santo Padre Benedetto XVI:

il Signore Dio nostro lo sostenga nell’esercizio del ministero petrino e lo conservi a lungo per la sua santa Chiesa, affinché, in comunione con lui, si rafforzi nei pastori e nei fedeli il vincolo dell’unità, dell’amore e della pace.

Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.



Amarico



3.  Per tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica, in particolare per i Vescovi dell’Africa qui riuniti in sinodo:

il Signore Dio nostro, che li ha scelti in mezzo al suo popolo, li arricchisca dei doni delle virtù apostoliche, affinché possano cooperare alla crescita delle comunità loro affidate.


Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.

Hausa

4.  Domin masu kula da jama’a da kasashen nahiyar Afrika:

Bari Ubangiji Allah ya inganta zukatansu da tunaninsu bisa ga nufinsa, don arziki da wadata, salama da yancin addini su bunkasa a ko’ina.





4.  Per i responsabili dei popoli e delle nazioni dell’Africa:

il Signore Dio nostro diriga le loro menti e i loro cuori secondo la sua volontà, affinché fioriscano dovunque la prosperità, la pace e la libertà religiosa.

Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.



Lingala

5.  Mpo ya baye banso bazali konyokwama mpo ya bosakoli Liloba lya Nzanbe, Tata Nzambe abatondisa na nguya ya Elimu Santu mpo “te, nabolandaka ndakisa ya bamartiru y” Afrika, bakoba na bolakisi boyambi bwa bango mpo ya Kristu mpe mpo ya bomilongola o maboko ma banyokoli ba bango.





5.  Per coloro che soffrono la persecuzione a causa del Vangelo: il Signore Dio nostro li riempia della forza dello Spirito Santo, affinchè, sull’esempio dei santi martiri africani, perseverino nella confessione della fede in Cristo e ottengano di essere liberati dalla mano dei persecutori.

Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.



Arabo



6.  Per quanti soffrono nel continente africano:

il Signore Dio nostro li liberi dalle malattie, dalla fame e dalla guerra e con la solidarietà di tutti i cristiani del mondo giungano alla pace e alla vera concordia.


Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.

Il Santo Padre:

O Dio, nostro Padre,
ascolta benigno le preghiere dei tuoi figli,
che a te si rivolgono con cuore sincero;
concedi che, con iltuo aiuto,
la tua Chiesa, docile allo Spirito,
annunci fino ai confini della terra
il Vangelo del tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

R.  Amen.

LITURGIA EUCARISTICA


Mentre vengono portate al Santo Padre le offerte per il sacrificio, si esegue il

Canto di offertorio


EE MFUMU, YAMBA MAKABU


(SIGNORE ACCOGLI QUEST’OFFERTA)


(Kikongo)







1.  Signore, accogli quest’offerta.
Accogli l’offerta, frutto del nostro sacrificio.

Rit.  Guarda, le mie mani sono vuote;
guardami: sono un vero povero.
Che cosa posso offrirti?
Signore, Signore!

2.  Ee Mfumu e yamba mapa yamba mapa ya kimenga na beto. Tala maboko na mono yo ikele mpamba. Tala mono kiseni nsukami ya nene.

3.  Ee Mfumu e yamba vinu Yamba vinu ya kimenga na beto. Tala maboko na mono yo ikele mpamba. Tala mono kibeni nsukami ya nene.

Il Santo Padre:

Orate, fratres, ut meum ac vestrum sacrificium acceptabile fiat apud Deum Patrem omnipotentem.

R.  Suscipiat Dominus sacrificium de manibus tuis ad laudem et gloriam nominis sui, ad utilitatem quoque nostram totiusque Ecclesiæ suæ sanctæ.









2.  Signore, ricevi ilpane. Accogli il pane del nostro sacrificio.



3.  Signore, ricevi il vino. Ricevi il vino, frutto del nostro sacrificio.



Il Santo Padre:

Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente.


R.  Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.



Orazione sulle offerte


Il Santo Padre:

Suscipe, quæsumus, Domine, sacrificia tuis instituta præceptis, et sacris mysteriis, quæ debitæ servitutis celebramus officio, sanctificationem tuæ nobis redemptionis dignanter adimple.

Per Christum Dominum nostrum.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Accogli, Signore, il sacrificio che tu stesso ci hai comandato di offrirti e, mentre esercitiamo ilnostro ufficio sacerdotale, compi in noi la tua opera di salvezza.


Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.



PREGHIERA EUCARISTICA III


Il Santo Padre invita l’assemblea a innalzare il cuore verso il Signore nell’orazione e nell’azione di grazie e l’associa a sé nella solenne preghiera che, a nome di tutti, rivolge al Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo.

Prefazio


Il mistero pasquale e il popolo di Dio


Il Santo Padre:

Dominus vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

V.  Sursum corda.

R.  Habemus ad Dominum.

V.  Gratias agamus Domino Deo nostro.

R.  Dignum et iustum est.

Vere dignum et iustum est, æquum et salutare, nos tibi semper et ubique gratias agere: Domine, sancte Pater, omnipotens æterne Deus: per Christum Dominum nostrum.

Cuius hoc mirificum fuit opus per paschale mysterium, ut de peccato et mortis iugo ad hanc gloriam vocaremur, qua nunc genus electum, regale sacerdotium, gens sancta et acquisitionis populus diceremur, et tuas annuntiaremus ubique virtutes, qui nos de tenebris ad tuum admirabile lumen vocasti.


Et ideo cum Angelis et Archangelis, cum Thronis et Dominationibus, cumque omni militia cælestis exercitus, hymnum gloriæ tuæ canimus, sine fine dicentes:

Il Santo Padre:

Il Signore sia con voi.

R.  E con iltuo spirito.

V.  In alto i nostri cuori.

R.  Sono rivolti al Signore.

V.  Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.

R.  È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.

Mirabile è l’opera da lui compiuta nel mistero pasquale: egli ci ha fatti passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista, per annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai chiamati allo splendore della tua luce.

Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode:



Sanctus (Orbis factor)


La schola: L’assemblea:





Lode a Dio da parte delle creature e del popolo ecclesiale.

Il Santo Padre:

Vere Sanctus es, Domine, et merito te laudat omnis a te condita creatura, quia per Filium tuum, Dominum nostrum Iesum Christum, Spiritus Sancti operante virtute, vivificas et sanctificas universa, et populum tibi congregare non desinis, ut a solis ortu usque ad occasum oblatio munda offeratur nomini tuo.

Il Santo Padre:

Padre veramente santo, a te la lode da ogni creatura. Per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, nella potenza dello Spirito Santo fai vivere e santifichi l’universo, e continui a radunare intorno a te un popolo, che da un confine all’altro della terra offra altuo nome il sacrificio perfetto.



Invocazione dello Spirito perché consacri questi doni.

Il Santo Padre e i Concelebranti:

Supplices ergo te, Domine, deprecamur, ut hæc munera, quæ tibi sacranda detulimus, eodem Spiritu sanctificare digneris, ut Corpus et Sanguis fiant Filii tui Domini nostri Iesu Christi, cuius mandato hæc mysteria celebramus.

Il Santo Padre e i Concelebranti:

Ora ti preghiamo umilmente: manda iltuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo, perché diventino il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, che ci ha comandato di celebrare questi misteri.



Racconto dell’istituzione dell’Eucaristia.

Ipse enim in qua nocte tradebatur accepit panem et tibi gratias agens benedixit, fregit, deditque discipulis suis, dicens:

Accipite et manducate ex hoc omnes: hoc est enim Corpus meum, quod pro vobis tradetur.

Nella notte in cui fu tradito, egli prese il pane, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi.



Il Santo Padre presenta al popolo l’ostia consacrata e genuflette in adorazione.

Simili modo, postquam cenatum est, accipiens calicem, et tibi gratias agens benedixit, deditque discipulis suis, dicens:

Accipite et bibite ex eo omnes: hic est enim calix Sanguinis mei novi et æterni testamenti, qui pro vobis et pro multis effundetur in remissionem peccatorum.

Hoc facite in meam commemorationem.

Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati.


Fate questo in memoria di me.



Il Santo Padre presenta al popolo il calice e genuflette in adorazione.

Il Santo Padre:

Mysterium fidei.

Il Santo Padre:

Mistero della fede.



L’assemblea:



Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo


Memoriale e offerta.

Il Santo Padre e i Concelebranti:

Memores igitur, Domine, eiusdem Filii tui salutiferæ passionis necnon mirabilis resurrectionis et ascensionis in cælum, sed et præstolantes alterum eius adventum, offerimus tibi, gratias referentes, hoc sacrificium vivum et sanctum.

Celebrando il memoriale del tuo Figlio, morto per la nostra salvezza, gloriosamente risorto e asceso al cielo, nell’attesa della sua venuta ti offriamo, Padre, in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo.



Invocazione a Dio perché accetti questo sacrificio...

Respice, quæsumus, in oblationem Ecclesiæ tuæ et, agnoscens Hostiam, cuius voluisti immolatione placari, concede, ut qui Corpore et Sanguine Filii tui reficimur, Spiritu eius Sancto repleti, unum corpus et unus spiritus inveniamur in Christo.

Guarda con amore e riconosci nell’offerta della tua Chiesa, la vittima immolata per la nostra redenzione; e a noi, che ci nutriamo del Corpo e Sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito.



... e perché lo Spirito Santo operi la nostra unità.

Un Concelebrante:

Ipse nos tibi perficiat munus æternum, ut cum electis tuis hereditatem consequi valeamus, in primis cum beatissima Virgine, Dei Genetrice, Maria, cum beatis Apostolis tuis et gloriosis Martyribus et omnibus Sanctis, quorum intercessione perpetuo apud te confidimus adiuvari.

Un Concelebrante:

Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito, perché possiamo ottenere il regno promesso insieme con i tuoi eletti: con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con i tuoi santi apostoli, i gloriosi martiri e tutti i santi, nostri intercessori presso di te.



Preghiera di intercessione per il mondo e per la Chiesa...

Un altro Concelebrante:

Hæc Hostia nostræ reconciliationis proficiat, quæsumus, Domine, ad totius mundi pacem atque salutem. Ecclesiam tuam, peregrinantem in terra, in fide et caritate firmare digneris cum famulo tuo Papa nostro Bene dicto, cum episcopali ordine et universo clero et omni populo acquisitionis tuæ.

Votis huius familiæ, quam tibi astare voluisti, adesto propitius.

Omnes filios tuos ubique dispersos tibi, clemens Pater, miseratus coniunge.

... e per i defunti.

Fratres nostros defunctos et omnes qui, tibi placentes, ex hoc sæculo transierunt, in regnum tuum benignus admitte, ubi fore speramus, ut simulgl oria tua perenniter satiemur, per Christum Dominum nostrum, per quem mundo bona cuncta largiris.

Un altro Concelebrante:

Per questo sacrificio di riconciliazione dona, Padre, pace e salvezza al mondo intero. Con ferma nella fede e nell’amore la tua Chiesa pellegrina sulla terra: il tuo servo e nostro Papa Benedetto, il collegio episcopale, tutto il clero e il popolo che tu hai redento.


Ascolta la preghiera di questa famiglia, che hai convocato alla tua presenza.

Ricongiungi a te, Padre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi.

... e per i defunti.

Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti e tutti i giusti che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo; concedi anche a noi di ritrovarci insieme a godere per sempre della tua gloria, in Cristo, nostro Signore, per mezzo delqual e tu, o Dio, doni al mondo ogni bene.



Lode alla Trinità.

Il Santo Padre e i Concelebranti:





L’assemblea:



RITI DI COMUNIONE


Preghiera del Signore


Il Santo Padre:



L'assemblea:





Il Santo Padre:

Libera nos, quæsumus, Domine, ab omnibus malis, da propitius pacem in diebus nostris, ut, ope misericordiæ tuæ adiuti, et a peccato simus semper liberi et ab omni perturbatione securi: exspectantes beatam spem et adventum Salvatoris nostri Iesu Christi.

Il Santo Padre:

Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l’aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell’attesa che si compia la beata speranza e venga ilnostro salvatore Gesù Cristo.



L’assemblea:



Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

Rito della pace


Il Santo Padre:

Domine Iesu Christe, qui dixisti Apostolis tuis: Pacem relinquo vobis, pacem meam do vobis: ne respicias peccata nostra, sed fidem Ecclesiæ tuæ; eamque secundum voluntatem tuam pacificare et coadunare digneris.

Qui vivis et regnas in sæcula sæculorum.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Pax Domini sit semper vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

Il Santo Padre:

Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

La pace del Signore sia sempre con voi.

R.  E con iltuo spirito.



Il Diacono:

I presenti manifestano il loro desiderio di pace con un gesto che li unisce ai fratelli.

Mentre il Santo Padre spezza il pane eucaristico, si canta:

Agnus Dei


(Swahili)

Mwana kondo wa Mungu,
uondowa e Nzambi,
zambi za dunia utuhurumiye.

Kristu Mukombozi wa Mungu
uondowa e Nzambi
zambi za dunia utuhurumiye.

Mwana kondo wa Mungu,
uondowa e Nzambi,
zambi za dunia,
tupe amani ii, amani ii.

Il Santo Padre:

Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi. Beati qui ad cenam Agni vocati sunt.

L’assemblea:

Domine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum, sed tantum dic verbo, et sanabitur anima mea.

Agnello di Dio,
che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi.

Cristo, Figlio di Dio,
che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi.

Agnello di Dio,
che togli i peccati del mondo,
dona a noi la pace, la pace.


Il Santo Padre:

Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

L’assemblea:

O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.



Il Santo Padre e i Concelebranti si comunicano al Corpo e al Sangue di Cristo.

Anche i fedeli ricevono la comunione.

Nel frattempo iniziano i

Canti di comunione


GUSTATE ET VIDETE


La schola:

Gustate e vedete quanto è buono il Signore.

L’assemblea ripete:  Gustate et videte quoniam suavis est Dominus.

cf. Gv 15, 9-16


1.  Sicut dilexit me Pater, et ego dilexi vos: manete in dilectione mea  R.

2.  Hoc est præceptum meum, ut diligatis invicem sicut dilexi vos  R.

3.  Maiorem hac dilectionem nemo habet, ut animam suam quis ponat pro amicis suis  R.

4.  In hoc cognoscent omnes quia mei discipuli estis, si dilectionem habueritis ad invicem.  R.

1.  Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.

2.  Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.

3.  Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.

4.  Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.



TUME ALIKWA NA BWANA A, MEZANI MWAKE EE E
(SIAMO INVITATI DAL SIGNORE ALLA SUA MENSA)


Swahili

R.  Tume alikwa na bwana a, Mezani mwake ee e.

1.  Bwana Yesu asema: mimi niko chakula. Bwana Yesu asema: mimi niko kinywaji  R.

2.  Bwana Yesu asema: mimi niko uzima. Bwana Yesu asema: mimi niko ufufuo  R.

3.  Bwana Yesu asema: mimi niko mwangaza. Bwana Yesu asema: mimi niko mapendo  R.

4.  Bwana Yesu asema: mimi niko ukweli. Bwana Yesu asema: mimi niko o njia  R.

Siamo invitati dal Signore alla sua mensa.


1.  Il Signore Gesù dice: Io sono ilpane. Il Signore Gesù dice: Io sono il vino.

2.  Il Signore Gesù dice: Io sono la vita. Il Signore Gesù dice: Io sono la risurrezione.

3.  Il Signore Gesù dice: Io sono la luce. Il Signore Gesù dice: Io sono l’amore.

4.  Il Signore Gesù dice: Io sono la verità. Il Signore Gesù dice: Io sono la via.



Pausa di silenzio per la riflessione personale.

Orazione dopo la comunione


Il Santo Padre:

Oremus.

Concede nobis, omnipotens Deus, ut de perceptis sacramentis inebriemur atque pascamur, quatenus in id quod sumimus transeamus.

Per Christum Dominum nostrum.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Preghiamo.

La comunione a questo sacramento sazi la nostra fame e sete di te, o Padre, e ci trasformi nel Cristo tuo Figlio.


Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

R.  Amen.



RITI DI CONCLUSIONE


Il Santo Padre:

Dominus vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

V.  Sit nomen Domini benedictum.

R.  Ex hoc nunc et usque in sæculum.

V.  Adiutorium nostrum in nomine Domini.

R.  Qui fecit cælum et terram.

V.  Benedicat vos omnipotens Deus, Pater et Filius et Spiritus Sanctus.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Il Signore sia con voi.

R.  E con il tuo spirito.

V.  Sia benedetto il nome del Signore.

R.  Ora e sempre.

V.  Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

R.  Egli ha fatto cielo e terra.

V.  Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

R.  Amen.



Il Diacono:



La Messa è finita: andate in pace.

R.  Rendiamo grazie a Dio.

Antifona mariana


AVE REGINA CÆLORUM


La schola e l’assemblea:





Ave, regina dei cieli, ave, signora degli angeli; porta e radice di salvezza, rechi nel mondo la luce.

Godi, Vergine gloriosa, bella fra tutte le donne; salve, o tutta santa, prega per noi Cristo Signore.



TOKOBONDELA YO E, MAMA MARIA
(TI PREGHIAMO, MAMMA MARIA)


(Lingala)



R.  Ti preghiamo, Mamma Maria.

1.  Nzambe mei aponi yo
Mpo obotela biso
Kristu mpe Mobikisi
Mpo ya bis’oboti ye
Ye Mokoni wa biso  R.

2.  Yo bolingi bwa Nzambe,
Yo boyambi bwa biso,
Yo etumba na nyoka,
Yo esengo ya biso,
Yomei Ngondo bopeto  R.

3.  Ngondo tokokumisa,
Ngondo tokoyembela,
Ngondo tokokembisa,
Ngondo tokobela,
Ngondo tokosambela  R.

4.  Okobima bo ntongo,
Okoleka bo sanza,
Okongenge bo mwese,
Okende na mpiko,
Nsomo ya monguna  R.

5.  Okoyamba losambo,
Okondima bogangi,
Ya baye bakimeli;
Yo Molobeli kuna,
Mpo tolanda se Kristu  R.



6.  Tokobondela yo e,
Mama Maria,
Batela Eklezya,
Mama Maria.



1.  Il Signore stesso ti ha scelto
affinché dessi alla luce per noi
il Cristo e salvatore.
Per noi l’hai dato alla luce:
egli è il nostro Signore.

2.  Tu sei l’amore di Dio,
tu il sostegno della nostra fede,
tu sei la lotta contro il maligno,
tu sei la nostra gioia,
tu sei la Vergine purissima.

3.  La Vergine che elogiamo,
la Vergine a cui cantiamo,
la Vergine che onoriamo,
la Vergine che invochiamo,
la Vergine che preghiamo.

4.  Tu sei l’aurora del mattino,
sei più radiosa della luna,
brilli come la stella,
sei colma di forza,
sei il terrore del maligno.

5.  Sei colei che accoglie
la preghiera,
sei colei attenta ad ogni grido
di chi si rifugia in te;
tu intercedi per noi lassù
affinché possiamo sempre
seguire Gesù.

6.  Ti preghiamo,
Mamma Maria:
proteggi la Chiesa,
Mamma Maria.



L'assemblea si scioglie lodando e benedicendo il Signore.

NOTAS de LUZ

No todos vieron a Jesucristo Resucitado, Él se mostró al que Él quiso.

Soy Yo, el mismo, pero ya no es lo mismo. ¡Dadme de Comer!, no soy un fantasma, soy Yo mismo, el que ustedes conocéis.

La Paz esté, con vosotros. Frase con la que Jesús se presentó a sus discípulos. Yo Soy la Paz (se dice en judío, Shalom). La Paz, de Jesucristo es dinámica, es fortaleza, es Ilusión, es Paz, esta Paz no es No Violencia, o ausencia de guerra.

La Paz era necesaria para los Discípulos, pues ellos pensaban: "si lo han hecho con Él, lo harán con nosotros." Y asustados se ocultaron, necesitaron la Paz proveniente de Jesucristo Resucitado, esa Paz les sacaba del aislamiento y ocultamiento en el que se encontraban. Les daba una alegría y bríos nuevos, necesarios para llevar la Esperanza a los seguidores de Jesucristo.

Buscad la Ley de Moisés, leed los Salmos, encontradme allí.

Para ello debemos recordar que las mujeres judías o quizás de aquellos tiempos, eran todas analfabetas, es decir apenas leían. Pero lo que sí sabían de memoria, sobre todo la Virgen María, era los 150 Salmos, con los que día a día acunaba a su Hijo Jesús. Eso si lo sabían la gran mayoría de la mujeres Israelitas, los 150 Salmos de la Biblia.

Recordar que antes del Evangelio, en todas las Iglesias se canta un Salmo, (Los Salmos dan Testimonio de Mí, dijo Jesucristo).

Evangelio Sinóptico, Mateo, Marcos y Lucas, el Evangelio de Marcos es el Evangelio más primitivo.

San Marco escuchó las Catequesis directamente de San Pedro (El Apóstol San Pedro). Fue su traductor en Roma, e incluso algunos autores dicen, que Marcos es ese joven que en el Huerto de los Olivos, huyó desnudo, porque estaba envuelto en unas sabanas.

Hay varias tradiciones, con respecto a San Marcos, pero lo que sabemos con seguridad es:

1. que acompañó a San Pedro y a San Bernabé, en un viaje apostólico, y
2. que Simón Pedro estuvo con él

El Evangelio describe a alguien, que ha sido testigo presencial que el Evangelio no es una aventura, no describe cosas inventadas y maravillosas.

Los Evangelios son Libros Históricos, son Crónicas de lo que pasaron. El Evangelio no es una invención de los hombres. Los Evangelios, son inspirados por el Espíritu Santo.


Y cuando en la Misa escuchamos el Evangelio, nos ponemos de Pie y nos hacemos tres Cruces.

La Primera en la Frente: "Que Tus Santos Evangelios estén en Mis Pensamientos."
La Segunda en la Boca: "Que Tus Santos Evangelios estén en Mis Palabras."
La Tercera en el Pecho: "Que Tus Santos Evangelios estén en Mi Corazón."

El Evangelio en Mi Mente, en Mi Boca y en Mi Corazón.

Evangelio según San Marcos, esté hombre privilegiado que fue testigo de la Vida de Cristo y además escuchó las Catequesis muy completa y muy profundas de San Pedro y que además sabemos que fue compañero de viaje de San Pablo. Tanto al comienzo de sus viajes apostólicos, cuando al final de la vida de San Pablo, cuando San Pablo escribe las cartas en la cautividad en la cárcel ya de Roma, esperando su muerte. Que bonito como dice el Apóstol, todos me han abandonado, solo queda conmigo Marcos. Se refería al Autor, al Autor de este Evangelio, que nos ha traído con tanta fidelidad, con tanta sencillez, las tradiciones de la Vida de Cristo. Los Hechos de la Vida de Cristo

Celebración del Día de San Marcos el Evangelista.

San Marcos fue acompañante de algunos de los Viajes de San Pablo, fue también discípulo de San Pedro y era primo de Bernabé, este Bernabé que era el acompañante de San Pablo en sus Viajes. De primera línea conoció toda la predicación Apostólica, y a los dos principales Apóstoles, San Pedro y San Pablo. Se dice también según la tradición, que fue el fundador de la Comunidad Cristiana de Alejandria. Y nos ha dejado el Segundo Evangelio.








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