domingo, 5 de abril de 2009

05.04.2009 - Domingo de Ramos la Pasión del Señor


Misa de Ramos - 05/04/2009


Popular Televisión



Subido el 5 abr. 2009
http://www.populartv.net

Incluye la Bendición, Misa de Ramos y Ángelus correspondiente a esta celebración. Además, también se emite la entrega por parte del Santo Padre a los jóvenes españoles, de la cruz e icono de la próxima Jornada Mundial de la Juventud, que se celebrará en Madrid en 2011.


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


BENEDETTO XVI


PER LA XXIV GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ


«Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente»


ASCOLTA, CREATORE PIETOSO


(1 Tm 4, 10)


Cari amici,

la prossima Domenica delle Palme celebreremo, a livello diocesano, la XXIV Giornata Mondiale della Gioventù. Mentre ci prepariamo a questa annuale ricorrenza, ripenso con viva gratitudine al Signore all’incontro che si è tenuto a Sydney, nel luglio dello scorso anno: incontro indimenticabile, durante il quale lo Spirito Santo ha rinnovato la vita di numerosissimi giovani convenuti dal mondo intero. La gioia della festa e l’entusiasmo spirituale, sperimentati durante quei giorni, sono stati un segno eloquente della presenza dello Spirito di Cristo. Ed ora siamo incamminati verso il raduno internazionale in programma a Madrid nel 2011, che avrà come tema le parole dell’apostolo Paolo: «Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede» (cfr Col 2, 7). In vista di tale appuntamento mondiale dei giovani, vogliamo compiere insieme un percorso formativo, riflettendo nel 2009 sull’affermazione di san Paolo: «Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente» (1 Tm 4, 10), e nel 2010 sulla domanda del giovane ricco a Gesù: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?» (Mc 10, 17).


La giovinezza, tempo della speranza



A Sydney, la nostra attenzione si è concentrata su ciò che lo Spirito Santo dice oggi ai credenti, ed in particolare a voi, cari giovani. Durante la Santa Messa conclusiva, vi ho esortato a lasciarvi plasmare da Lui per essere messaggeri dell’amore divino, capaci di costruire un futuro di speranza per tutta l’umanità. La questione della speranza è, in verità, al centro della nostra vita di esseri umani e della nostra missione di cristiani, soprattutto nell’epoca contemporanea. Avvertiamo tutti il bisogno di speranza, ma non di una speranza qualsiasi, bensì di una speranza salda ed affidabile, come ho voluto sottolineare nell’Enciclica Spe salvi. La giovinezza in particolare è tempo di speranze, perché guarda al futuro con varie aspettative. Quando si è giovani si nutrono ideali, sogni e progetti; la giovinezza è il tempo in cui maturano scelte decisive per il resto della vita. E forse anche per questo è la stagione dell’esistenza in cui affiorano con forza le domande di fondo: perché sono sulla terra? che senso ha vivere? che sarà della mia vita? E inoltre: come raggiungere la felicità? perché la sofferenza, la malattia e la morte? che cosa c’è oltre la morte? Interrogativi che diventano pressanti quando ci si deve misurare con ostacoli che a volte sembrano insormontabili: difficoltà negli studi, mancanza di lavoro, incomprensioni in famiglia, crisi nelle relazioni di amicizia o nella costruzione di un’intesa di coppia, malattie o disabilità, carenza di adeguate risorse come conseguenza dell’attuale e diffusa crisi economica e sociale. Ci si domanda allora: dove attingere e come tener viva nel cuore la fiamma della speranza?


Alla ricerca della «grande speranza»


L’esperienza dimostra che le qualità personali e i beni materiali non bastano ad assicurare quella speranza di cui l’animo umano è in costante ricerca. Come ho scritto nella citata Enciclica Spe salvi, la politica, la scienza, la tecnica, l’economia e ogni altra risorsa materiale da sole non sono sufficienti per offrire la grande speranza a cui tutti aspiriamo. Questa speranza «può essere solo Dio, che abbraccia l’universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere» (n. 31). Ecco perché una delle conseguenze principali dell’oblio di Dio è l’evidente smarrimento che segna le nostre società, con risvolti di solitudine e violenza, di insoddisfazione e perdita di fiducia che non raramente sfociano nella disperazione. Chiaro e forte è il richiamo che ci viene dalla Parola di Dio: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamerisco nella steppa; non vedrà venire il bene» (Ger 17, 5-6).

La crisi di speranza colpisce più facilmente le nuove generazioni che, in contesti socio-culturali privi di certezze, di valori e di solidi punti di riferimento, si trovano ad affrontare difficoltà che appaiono superiori alle loro forze. Penso, cari giovani amici, a tanti vostri coetanei feriti dalla vita, condizionati da una immaturità personale che è spesso conseguenza di un vuoto familiare, di scelte educative permissive e libertarie e di esperienze negative e traumatiche. Per alcuni—e purtroppo non sono pochi—lo sbocco quasi obbligato è una fuga alienante verso comportamenti a rischio e violenti, verso la dipendenza da droghe e alcool, e verso tante altre forme di disagio giovanile. Eppure, anche in chi viene a trovarsi in condizioni penose per aver seguito i consigli di «cattivi maestri», non si spegne il desiderio di amore vero e di autentica felicità. Ma come annunciare la speranza a questi giovani? Noi sappiamo che solo in Dio l’essere umano trova la sua vera realizzazione. L’impegno primario che tutti ci coinvolge è pertanto quello di una nuova evangelizzazione, che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio, che è Amore. A voi, cari giovani, che siete in cerca di una salda speranza, rivolgo le stesse parole che san Paolo indirizzava ai cristiani perseguitati nella Roma di allora: «Il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo» (Rm 15,13). Durante questo anno giubilare dedicato all’Apostolo delle genti, in occasione del bimillenario della sua nascita, impariamo da lui a diventare testimoni credibili della speranza cristiana.


San Paolo, testimone della speranza



Trovandosi immerso in difficoltà e prove di vario genere, Paolo scriveva al suo fedele discepolo Timoteo: «Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente» (1 Tm 4,10). Come era nata in lui questa speranza? Per rispondere a tale domanda dobbiamo partire dal suo incontro con Gesù risorto sulla via di Damasco. All’epoca Saulo era un giovane come voi, di circa venti o venticinque anni, seguace della Legge di Mosè e deciso a combattere con ogni mezzo quelli che egli riteneva nemici di Dio (cfr At 9, 1). Mentre stava andando a Damasco per arrestare i seguaci di Cristo, fu abbagliato da una luce misteriosa e si sentì chiamare per nome: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Caduto a terra, domandò: «Chi sei, o Signore?». E quella voce rispose: «Io sono Gesù, che tu perseguiti!» (cfr At 9, 3-5). Dopo quell’incontro, la vita di Paolo mutò radicalmente: ricevette il Battesimo e divenne apostolo del Vangelo. Sulla via di Damasco, egli fu interiormente trasformato dall’Amore divino incontrato nella persona di Gesù Cristo. Un giorno scriverà: «Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2, 20). Da persecutore diventò dunque testimone e missionario; fondò comunità cristiane in Asia Minore e in Grecia, percorrendo migliaia di chilometri e affrontando ogni sorta di peripezie, fino al martirio a Roma. Tutto per amore di Cristo.


La grande speranza è in Cristo


Per Paolo la speranza non è solo un ideale o un sentimento, ma una persona viva: Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Pervaso intimamente da questa certezza, potrà scrivere a Timoteo: «Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente» (1 Tm 4, 10). Il «Dio vivente» è Cristo risorto e presente nel mondo. È Lui la vera speranza: il Cristo che vive con noi e in noi e che ci chiama a partecipare alla sua stessa vita eterna. Se non siamo soli, se Egli è con noi, anzi, se è Lui il nostro presente ed il nostro futuro, perché temere? La speranza del cristiano è dunque desiderare «il Regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1817).



Il cammino verso la grande speranza


Come un giorno incontrò il giovane Paolo, Gesù vuole incontrare anche ciascuno di voi, cari giovani. Sì, prima di essere un nostro desiderio, questo incontro è un vivo desiderio di Cristo. Ma qualcuno di voi mi potrebbe domandare: Come posso incontrarlo io, oggi? O piuttosto, in che modo Egli si avvicina ame? La Chiesa ci insegna che il desiderio di incontrare il Signore è già frutto della sua grazia. Quando nella preghiera esprimiamo la nostra fede, anche nell’oscurità già Lo incontriamo perché Egli si offre a noi. La preghiera perseverante apre il cuore ad accoglierlo, come spiega sant’Agostino: «Il Signore Dio nostro vuole che nelle preghiere si eserciti il nostro desiderio, così che diventiamo capaci di ricevere ciò che Lui intende darci» (Lettere 130, 8, 17). La preghiera è dono dello Spirito, che ci rende uomini e donne di speranza, e pregare tiene il mondo aperto a Dio (cfr Enc. Spe salvi, 34).

Fate spazio alla preghiera nella vostra vita! Pregare da soli è bene, ancor più bello e proficuo è pregare insieme, poiché il Signore ha assicurato di essere presente dove due o tre sono radunati nel suo nome (cfr Mt 18, 20). Ci sono molti modi per familiarizzare con Lui; esistono esperienze, gruppi e movimenti, incontri e itinerari per imparare a pregare e crescere così nell’esperienza della fede. Prendete parte alla liturgia nelle vostre parrocchie e nutritevi abbondantemente della Parola di Dio e dell’attiva partecipazione ai Sacramenti. Come sapete, culmine e centro dell’esistenza e della missione di ogni credente e di ogni comunità cristiana è l’Eucaristia, sacramento di salvezza in cui Cristo si fa presente e dona come cibo spirituale il suo stesso Corpo e Sangue per la vita eterna. Mistero davvero ineffabile! Attorno all’Eucaristia nasce e cresce la Chiesa, la grande famiglia dei cristiani, nella quale si entra con il Battesimo e ci si rinnova costantemente grazie al sacramento della Riconciliazione. I battezzati poi, mediante la Cresima, vengono confermati dallo Spirito Santo per vivere da autentici amici e testimoni di Cristo, mentre i sacramenti dell’Ordine e del Matrimonio li rendono atti a realizzare i loro compiti apostolici nella Chiesa e nel mondo. L’Unzione dei malati, infine, ci fa sperimentare il conforto divino nella malattia e nella sofferenza.



Agire secondo la speranza cristiana


Se vi nutrite di Cristo, cari giovani, e vivete immersi in Lui come l’apostolo Paolo, non potrete non parlare di Lui e non farlo conoscere ed amare da tanti altri vostri amici e coetanei. Diventati suoi fedeli discepoli, sarete così in grado di contribuire a formare comunità cristiane impregnate di amore come quelle di cui parla il libro degli Atti degli Apostoli. La Chiesa conta su di voi per questa impegnativa missione: non vi scoraggino le difficoltà e le prove che incontrate. Siate pazienti e perseveranti, vincendo la naturale tendenza dei giovani alla fretta, a volere tutto e subito.

Cari amici, come Paolo, testimoniate il Risorto! Fatelo conoscere a quanti, vostri coetanei e adulti, sono in cerca della «grande speranza» che dia senso alla loro esistenza. Se Gesù è diventato la vostra speranza, ditelo anche agli altri con la vostra gioia e il vostro impegno spirituale, apostolico e sociale. Abitati da Cristo, dopo aver riposto in Lui la vostra fede e avergli dato tutta la vostra fiducia, diffondete questa speranza intorno a voi. Fate scelte che manifestino la vostra fede; mostrate di aver compreso le insidie dell’idolatria del denaro, dei beni materiali, della carriera e del successo, e non lasciatevi attrarre da queste false chimere. Non cedete alla logica dell’interesse egoistico, ma coltivate l’amore per il prossimo e sforzatevi di porre voi stessi e le vostre capacità umane e professionali al servizio del bene comune e della verità, sempre pronti a rispondere «a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3, 15). Il cristiano autentico non è mai triste, anche se si trova a dover affrontare prove di vario genere, perché la presenza di Gesù è il segreto della sua gioia e della sua pace.



Maria, Madre della speranza


Modello di questo itinerario di vita apostolica sia per voi san Paolo, che ha alimentato la sua vita di costante fede e speranza seguendo l’esempio di Abramo, del quale scrive nella Lettera ai Romani: «Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli» (Rm 4, 18). Su queste stesse orme del popolo della speranza — formato dai profeti e dai santi di tutti i tempi — noi continuiamo ad avanzare verso la realizzazione del Regno, e nel nostro cammino spirituale ci accompagna la Vergine Maria, Madre della Speranza. Colei che ha incarnato la speranza di Israele, che ha donato al mondo il Salvatore ed è rimasta, salda nella speranza, ai piedi della Croce, è per noi modello e sostegno. Soprattutto, Maria intercede per noi e ci guida nel buio delle nostre difficoltà all’alba radiosa dell’incontro con il Risorto. Vorrei concludere questo messaggio, cari giovani amici, facendo mia una bella e nota esortazione di san Bernardo ispirata al titolo di Maria Stella maris, Stella del mare: «Tu che nell’instabilità continua della vita presente, ti accorgi di essere sballottato tra le tempeste più che camminare sulla terra, tieni ben fisso lo sguardo al fulgore di questa stella, se non vuoi essere spazzato via dagli uragani. Se insorgono i venti delle tentazioni e ti incagli tra gli scogli delle tribolazioni, guarda alla stella, invoca Maria ... Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità, pensa a Maria, invoca Maria... Seguendo i suoi esempi non ti smarrirai; invocandola non perderai la speranza; pensando a lei non cadrai nell’errore. Appoggiato a lei non scivolerai; sotto la sua protezione non avrai paura di niente; con la sua guida non ti stancherai; con la sua protezione giungerai a destinazione» (Omelie in lode della Vergine Madre, 2, 17).

Maria, Stella del mare, sii tu a guidare i giovani del mondo intero all’incontro con il tuo Figlio divino Gesù, e sii ancora tu la celeste custode della loro fedeltà al Vangelo e della loro speranza.

Mentre assicuro il mio quotidiano ricordo nella preghiera per ognuno di voi, cari giovani, di cuore tutti vi benedico insieme alle persone che vi sono care.

Dal Vaticano, 22 febbraio 2009.



COMMEMORAZIONE


DELL’INGRESSO DEL SIGNORE


IN GERUSALEMME


Nella Settimana Santa la Liturgia fa vivere giorno per giorno gli ultimi atti della vita di Gesù, dalla domenica delle Palme al mattino di Pasqua.

In questi giorni santi tutti i cristiani sono invitati a partecipare più intensamente alle diverse celebrazioni, pregando perché il mistero della Redenzione operata da Cristo penetri più a fondo nel pensiero e nell’azione di tutta la Chiesa.

La Chiesa commemora oggi il Cristo Signore che entra in Gerusalemme per portare a compimento il suo mistero pasquale.

OSANNA








L’assemblea ripete:  Osanna, osanna.

1.  Rallègrati, esulta, figlia di Sion,
ecco a te viene il tuo Re  R.

2.  Ti lodano gli angeli nell’alto dei cieli,
la terra tutta canta a te  R.

3.  Tu avanzi glorioso incontro alla morte,
o Salvatore, sia gloria a te  R.

4.  Accetta, Signore, la nostra preghiera,
o Re clemente, sia gloria a te  R.

5.  Osanna, osanna nell’alto dei cieli,
benedetto il Re che viene  R.

Antifona:




L’assemblea ripete:  Benedetto colui che viene nel nome del Signore.


SALMO 117


Celebrate il Signore, perché è buono

1.  Celebrate il Signore, perché è buono;
eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia  R.

2.  Apritemi le porte della giustizia:
entrerò a rendere grazie al Signore.
È questa la porta del Signore,
per essa entrano i giusti  R.

3.  La pietra scartata dai costruttori
è diventata testata d’angolo;
ecco l’opera del Signore:
una meraviglia ai nostri occhi  R.

4.  Dona, Signore, la tua salvezza,
dona, Signore, la tua vittoria.
Benedetto colui che viene,
nel nome del Signore  R.

5.  Dio, il Signore è nostra luce.
Ordinate il corteo con rami frondosi
fino ai lati dell’altare.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie  R.

Il Santo Padre:

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

R.  Amen.

... saluta l’assemblea:

Il Signore sia con voi.

R.  E con il tuo spirito.

... introduce la celebrazione:

Fratelli e sorelle, carissimi giovani!

L’odierna celebrazione, culmine del cammino quaresimale,
ci introduce nella più santa delle settimane,
nella quale rivivremo, con Cristo Signore,
il mistero dell’offerta della sua vita per noi,
per la nostra salvezza e per quella di tutti gli uomini.

L’ingresso in Gerusalemme del Signore del tempo e della storia
interpella la nostra libertà.

Siamo chiamati a scegliere tra il ritenerci dipendenti solo da Dio,
obbedienti, come il Figlio, alla sua divina volontà,
e perciò liberi da ogni potestà umana,
oppure «liberi» da Dio
e quindi schiavi di ogni altra circostanza.

La Domenica delle Palme
rivela il modo nuovo di regnare
che il Signore introduce nella storia:
egli regna dalla croce,
annunciando così che solo l’amore rende davvero liberi e sovrani;
solo l’amore, fino alla donazione totale di sé,
è la risposta adeguata alle sete umana di infinito
che Dio stesso ha posto nel nostro cuore.

... e dice l’orazione:

Preghiamo.

Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te,
e concedi a noi tuoi fedeli,
che rechiamo questi rami
in onore di Cristo trionfante,
di rimanere uniti a lui,
per portare frutti di opere buone.

Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.

Quindi asperge i rami con l’acqua benedetta.

Acclamazione al Vangelo


La schola:




L’assemblea ripete:  Lode a te, o Cristo.

La schola:

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Pace e gloria nel più alto dei cieli.

L’assemblea:  Lode a te, o Cristo.


Vangelo


Benedetto colui che viene nel nome del Signore

V.  Il Signore sia con voi.

R.  E con il tuo spirito.

  Dal vangelo secondo Marco. 11, 1-10

R.  Gloria a te, o Signore.

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».

Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.

Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna!

Benedetto colui che viene in nome del Signore!

Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!

Osanna nel più alto dei cieli!».

Parola del Signore.


R.  Lode a te, o Cristo.

Il Diacono:

Imitiamo, fratelli carissimi,
le folle di Gerusalemme,
che acclamavano Gesù, Re e Signore.
Avviamoci in pace.

Processione con i rami benedetti


La processione sale verso il sagrato della Basilica, dove il Santo Padre celebrerà l’Eucaristia.

La schola e l’assemblea cantano a Cristo, Re e Salvatore.

Antifona:




Le folle degli Ebrei, portando rami d’ulivo, andavano incontro al Signore e acclamavano a gran voce: «Osanna nell’alto dei cieli».


L’assemblea ripete:  Pueri Hebræorum, portantes ramos olivarum, obviaverunt Domino, clamantes et dicentes: Hosanna in excelsis.



SALMO 23


Del Signore è la terra e quanto contiene

1.  Del Signore è la terra e quanto contiene,
l’universo e i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondata sui mari,
e sui fiumi l’ha stabilita  R.

2.  Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non pronunzia menzogna  R.

3.  Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio, sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe  R.

Antifona:




Gloria a te, lode in eterno, Cristo re, salvatore, come i fanciulli un tempo dissero in coro: Osanna.


L’assemblea ripete:  Gloria, laus et honor tibi sit, rex Christe redemptor, cui puerile decus prompsit Hosanna pium.



INNO A CRISTO RE


1.  Israel es tu rex, Davidis et inclita proles, nomine qui in Domini, rex benedicte, venis.  R.

2.  Coetus in excelsis te laudat cælicus omnis, et mortalis homo, et cuncta creata simul  R.

3.  Plebs Hebræa tibi cum palmis obvia venit; cum prece, voto, hymnis, adsumus ecce tibi  R.

4.  Hi tibi passuro solvebant munia laudis; nos tibi regnanti pangimus ecce melos  R.

5.  Hi placuere tibi, placeat devotio nostra: rex bone, rex clemens, cui bona cuncta placent.  R.

1.  Tu sei il re d’Israele, di Davide l’inclita prole, che in nome del Signore, re benedetto vieni.

2.  Tutti gli angeli in coro ti lodan nell’alto dei cieli, lodan te sulla terra uomini e cose insieme.

3.  Tutto il popolo ebreo recava a te incontro le palme, or con preghiere e voti, canti eleviamo a te.

4.  A te che andavi a morte levavano il canto di lode, ora te nostro re, tutti cantiamo in coro.

5.  Ti furono accetti, tu accetta le nostre preghiere, re buono, re clemente, cui ogni bene piace.



Antifona:




L’assemblea ripete:  Rallegrati, Gerusalemme: accogli i tuoi figli nelle tue mura.

SALMO 121


Andiamo alla casa del Signore

1.  Esultai quando mi dissero:
andiamo alla casa del Signore!
E ora stanno i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!  R.

2.  Gerusalemme, riedificata come città,
ricostruita compatta!
Là sono salite le tribù,
le tribù del Signore  R.

3.  A lodare il nome del Signore,
— è precetto in Israele —;
là sono i troni del giudizio,
per la casa di Davide  R.

4.  Chiedete pace per Gerusalemme:
sia sicuro chi ti ama,
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi  R.

5.  Per amore dei fratelli e dei vicini
io dirò: In te sia pace;
per la casa del Signore, nostro Dio,
io cerco il tuo bene  R.





SANTA MESSA


Orazione colletta


Il Santo Padre:

Preghiamo.

O Dio onnipotente ed eterno,
che hai dato come modello agli uomini
il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore,
fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce,
fa’ che abbiamo sempre presente
il grande insegnamento della sua passione,
per partecipare alla gloria della risurrezione.

Egli è Dio e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

R.  Amen.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima lettura


Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi,
sapendo di non restare confuso


A reading from the book of the prophet Isaiah.

50, 4-7


The Lord God has given me a well-trained tongue, that I might know how to speak to the weary a word that will rouse them.

Morning after morning he opens my ear that I may hear. And I have not rebelled, I have not turned back.


I gave my back to those who beat me, my cheeks to those who plucked my beard; my face I did not shield from buffets and spitting.

The Lord God is my help, therefore I am not disgraced; I have set my face like flint, knowing that I shall not be put to shame.

Dal libro del profeta Isaìa.


50, 4-7


Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato.

Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.

Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.






Salmo responsoriale


Il salmista:                    dal Salmo 21




L’assemblea ripete:  Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

1.  Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore, lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!»  R.

2.  Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa  R.

3.  Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto  R.

4.  Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele  R.

Seconda lettura


Cristo umiliò se stesso,
per questo Dio lo esaltò


Lectura de la carta del apóstol san Pablo a los Filipenses.

2, 6-11


Cristo, a pesar de su condición divina, no hizo alarde de su categoría de Dios; al contrario, se despojó de su rango y tomó la condición de esclavo, pasando por uno de tantos. Y así, actuando como un hombre cualquiera, se rebajó hasta someterse incluso a la muerte, y una muerte de cruz.

Por eso Dios lo levantó sobre todo y le concedió el «Nombre sobre-todo-nombre»; de modo que al nombre de Jesús toda rodilla se doble en el cielo, en la tierra, en el abismo, y toda lengua proclame: Jesucristo es Señor, para gloria de Dios Padre.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi.

2, 6-11


Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.






Acclamazione al Vangelo


La schola:




L’assemblea ripete:  Lode a te, o Cristo.

La schola:

Non c’è amore più grande di questo,
dare la vita per i propri amici.

L’assemblea:  Lode a te, o Cristo.

La schola:

Cristo ci ha amato lasciandoci un esempio,
perché anche noi ci amiamo gli uni gli altri.

L’assemblea:  Lode a te, o Cristo.





Vangelo


La passione del Signore

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco.

14, 1—15, 47


Cercavano il modo di impadronirsi di lui per ucciderlo

Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».


Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura

Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore.

Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.

Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».


Promisero a Giuda Iscariota di dargli denaro

Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.


Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: «Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con imiei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.


Uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà

Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».


Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue dell’alleanza


E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».


Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai

Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: “Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”.

Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.


Cominciò a sentire paura e angoscia

Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana dame questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».


Arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta

E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbi» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.


Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?

Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».

Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.


Non conosco quest’uomo di cui parlate

Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Maegli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.


Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?

E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo:

«Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!».Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.

A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.


Intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.


Condussero Gesù al luogo del Gòlgota

Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.


Con lui crocifissero anche due ladroni


Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.


Ha salvato altri e non può salvare se stesso!

Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.


Gesù, dando un forte grido, spirò

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.


Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa.

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».

Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.


Giuseppe fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro

Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo.

Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

Parola del Signore.


La schola:




L’assemblea:  Lode a te, o Cristo.

Omelia


Il Santo Padre tiene l’omelia.

Segue una pausa di silenzio per la riflessione personale.


Credo (III)


Il Santo Padre intona il Credo. La schola e l’assemblea lo cantano a cori alterni, affermando la propria fede.


























Preghiera dei fedeli


Il Santo Padre:

Fratelli e sorelle,

Gesù aderisce totalmente al disegno del Padre per amore,
perché conosce il Padre come amore infinito
e ci ama del medesimo amore.
Con disponibilità sincera e cordiale adesione,
invochiamo Dio per le necessità della Chiesa
e di tutta l’umanità.

Il cantore:




R.  Kyrie, Kyrie, eleison; Kyrie, Kyrie, eleison.

Portoghese

1.  Pelo nosso Santo Padre Bento XVI e por todos os sucessores do Colégio Apostólico, afinque cada vez mais resplandeça neles os dons do teu Santo Espirito, de modo a conduzir a ti toda a humanidade, sem retroceder diante dos lobos, que procuram dispersar o teu rebanho. Rezemos.

1.  Per il nostro Santo Padre Benedetto XVI e per tutti i successori del Collegio Apostolico, affinché sempre più rifulgano in loro i doni del tuo Santo Spirito, in modo da condurre a te tutta l’umanità, senza indietreggiare di fronte ai lupi, che tentano di disperdere il tuo gregge. Preghiamo.



R.  Kyrie, Kyrie, eleison; Kyrie, Kyrie, eleison.

Filippino

2.  Para sa kabataan, upang ang kanilang pagtatagpo sa Pangyayari, sa Persona, na nagbibigay ng bagong pananaw sa buhay at gumagabay tungo sa wastong gawi ay maganapdin sa bawat isa sa atin sa pamamagitan ng ating pagpapatotoo. Manalangin tayo.

2.  Per i giovani, affinché accada nell’esistenza di ciascuno, anche attraverso la nostra testimonianza, l’incontro con un avvenimento, una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. Preghiamo.



R.  Kyrie, Kyrie, eleison; Kyrie, Kyrie, eleison.

Russo




3.  Per i governanti delle nazioni, affinché, illuminati dalla tua Luce, non si lascino fuorviare dall’incalzante dittatura del relativismo, ma, perseguendo il bene di quanti sono loro affidati, proteggano la vita, promuovano la famiglia, garantiscano la libertà religiosa e di educazione, e si adoperino per la giustizia e per la pace. Preghiamo.



R.  Kyrie, Kyrie, eleison; Kyrie, Kyrie, eleison.

Swahili

4.  Kwa ajili ya watu wanaoteseka kiroho na himwili, ili wasiifanye mioyo yao kuwa migumu, bali wajiachilie mikononi mwako, Bwana wa maisha na kwa Roho wako mfariji, pamoja na uwepo wetu wa karibu, waweze kuunganika kwenye Msalaba wako unaowaokoa mateso yao, mbegu ya uzima wa milele.

4.  Per quanti soffrono nel corpo e nello spirito, affinché non si indurisca il loro cuore, ma, lasciandosi abbracciare da te, Signore della vita e dal tuo Spirito consolatore, anche per mezzo della nostra vicinanza, possano unire alla tua Croce redentrice il proprio dolore, seme di vita eterna. Preghiamo.



R.  Kyrie, Kyrie, eleison; Kyrie, Kyrie, eleison.

Francese

5.  Pour nos frères défunts, afin que, nous souvenant d’eux dans notre prière, nous leur apportions le soutien que nous puisons pour eux aussi dans le Trésor salvifique de ton Église et qu’ils puissent promptement s’unir à la foule resplendissante des Saints et chanter avec eux ta Miséricorde. Nous te prions.

5.  Per i nostri fratelli defunti, affinché possano presto unirsi alla fulgida schiera dei Santi e con loro cantare la tua Misericordia, sorretti dal nostro ricordo orante, che, anche per loro, attingiamo al Tesoro salvifico della tua Chiesa. Preghiamo.



R.  Kyrie, Kyrie, eleison; Kyrie, Kyrie, eleison.

Il Santo Padre:

Ascolta, o Padre misericordioso,
la preghiera dei tuoi fedeli
e donaci la grazia di seguire il tuo Figlio
anche nell’ora della croce
per essere davvero partecipi della vita
nella quale la Risurrezione ci introduce.

Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.





LITURGIA EUCARISTICA


Mentre vengono portate al Santo Padre le offerte per il sacrificio, si eseguono i

Canti di offertorio


DALLE SUE PIAGHE NOI SIAMO GUARITI





L’assemblea ripete:  Dalle sue piaghe noi siamo guariti, egli portò le nostre colpe.

1.  Cristo patì per voi lasciandovi un esempio
perché ne seguiate le orme:
egli non commise peccato
e non si trovò inganno sulla sua bocca  R.

2.  Insultato non rispondeva con insulti,
maltrattato non minacciava vendetta,
ma si affidava al Signore,
a colui che giudica con giustizia  R.

3.  Egli portò i nostri peccati nel suo corpo,
sul legno della croce,
perché non vivendo più per il peccato
vivessimo per la giustizia  R.







ACCETTA QUESTO PANE


2.  Accetta ancora il vino,
o Padre d’ogni ben,
perché divenga il sangue
del nostro Redentor.
Che i nostri sacrifici
sian puri e accetti a te,
offerti dal tuo Cristo,
o santa Trinità.

3.  Il dono che portiamo
sia segno dell’amor,
che i figli tuoi tra loro
per sempre unir dovrà.
Te lo portiamo, o Padre,
ma ci verrà da te
quel dono, che, di molti,
un corpo ci farà.

Il Santo Padre:

Pregate, fratelli,
perché il mio e vostro sacrificio
sia gradito a Dio, Padre onnipotente.

R.  Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio,
a lode e gloria del suo nome,
per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

Orazione sulle offerte


Il Santo Padre:

O Dio onnipotente,
la passione del tuo unico Figlio
affretti il giorno del tuo perdono;
non lo meritiamo per le nostre opere,
ma l’ottenga dalla tua misericordia
questo unico mirabile sacrificio.

Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.


PREGHIERA EUCARISTICA III


Il Santo Padre invita l’assemblea a innalzare il cuore verso il Signore nell’orazione e nell’azione di grazie, e l'associa a sé nella solenne preghiera che, a nome di tutti, rivolge al Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo.

Prefazio


La passione redentrice del Signore

Il Santo Padre:

Dominus vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

V.  Sursum corda.

R.  Habemus ad Dominum.

V.  Gratias agamus Domino Deo nostro.

R.  Dignum et iustum est.

Vere dignum et iustum est, æquum et salutare, nos tibi semper et ubique gratias agere: Domine, sancte Pater, omnipotens æterne Deus: per Christum Dominum nostrum.


Qui pati pro impiis dignatus est innocens, et pro sceleratis indebite condemnari. Cuius mors delicta nostra detersit, et iustificationem nobis resurrectio comparavit.


Unde et nos cum omnibus Angelis te laudamus, iucunda celebratione clamantes:

Il Santo Padre:

Il Signore sia con voi.

R.  E con il tuo spirito.

V.  In alto i nostri cuori.

R.  Sono rivolti al Signore.

V.  Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.

R.  È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.

Egli, che era senza peccato, accettò la passione per noi peccatori e, consegnandosi a un’ingiusta condanna, portò il peso dei nostri peccati. Con la sua morte lavò le nostre colpe e con la sua risurrezione ci acquistò la salvezza.

E noi, con tutti gli angeli del cielo, innalziamo a te il nostro canto, e proclamiamo insieme la tua lode:



Sanctus (De Angelis)


La schola: L’assemblea:




La schola:




Lode a Dio da parte delle creature e del popolo ecclesiale.

Il Santo Padre:

Padre veramente santo,
a te la lode da ogni creatura.

Per mezzo di Gesù Cristo,
tuo Figlio e nostro Signore,
nella potenza dello Spirito Santo
fai vivere e santifichi l’universo,
e continui a radunare intorno a te un popolo,
che da un confine all’altro della terra
offra al tuo nome il sacrificio perfetto.

Invocazione dello Spirito perché consacri questi doni.

Il Santo Padre e i Concelebranti:

Ora ti preghiamo umilmente:
manda il tuo Spirito
a santificare i doni che ti offriamo,
perché diventino il Corpo e il Sangue
di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore,
che ci ha comandato
di celebrare questi misteri.

Racconto dell’istituzione.

Nella notte in cui fu tradito,
egli prese il pane,
ti rese grazie con la preghiera di benedizione,
lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

Prendete, e mangiatene tutti:
questo è il mio Corpo
offerto in sacrificio per voi.


Il Santo Padre presenta al popolo l’ostia consacrata e genuflette in adorazione.

Dopo la cena, allo stesso modo,
prese il calice,
ti rese grazie con la preghiera di benedizione,
lo diede ai suoi discepoli, e disse:

Prendete, e bevetene tutti:
questo è il calice del mio Sangue
per la nuova ed eterna alleanza,
versato per voi e per tutti
in remissione dei peccati.


Fate questo in memoria di me.

Il Santo Padre presenta al popolo il calice e genuflette in adorazione.

Il Santo Padre:

Mistero della fede.

L’assemblea:




Memoriale e offerta.

Il Santo Padre e i Concelebranti:

Celebrando il memoriale del tuo Figlio,
morto per la nostra salvezza,
gloriosamente risorto e asceso al cielo,
nell’attesa della sua venuta
ti offriamo, Padre, in rendimento di grazie
questo sacrificio vivo e santo.

Invocazione a Dio perché accetti questo sacrificio ...

Guarda con amore
e riconosci nell’offerta della tua Chiesa,
la vittima immolata per la nostra redenzione;
e a noi, che ci nutriamo del Corpo e Sangue del tuo Figlio,
dona la pienezza dello Spirito Santo
perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito.

... e perché lo Spirito Santo operi la nostra unità.

Un Concelebrante:

Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito,
perché possiamo ottenere il regno promesso
insieme con i tuoi eletti:
con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio,
con i tuoi santi apostoli,
i gloriosi martiri,
e tutti i santi,
nostri intercessori presso di te.

Preghiera di intercessione per il mondo e per la Chiesa...

Un altro Concelebrante:

Per questo sacrificio di riconciliazione
dona, Padre, pace e salvezza al mondo intero.
Conferma nella fede e nell’amore
la tua Chiesa pellegrina sulla terra:
il tuo servo e nostro Papa Benedetto,
il collegio episcopale, tutto il clero
e il popolo che tu hai redento.

Ascolta la preghiera di questa famiglia,
che hai convocato alla tua presenza,
nel giorno in cui il Cristo ha vinto la morte
e ci ha resi partecipi della sua vita immortale.
Ricongiungi a te, Padre misericordioso,
tutti i tuoi figli ovunque dispersi.

... e per i defunti.

Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti
e tutti i giusti che, in pace con te,
hanno lasciato questo mondo;
concedi anche a noi di ritrovarci insieme
a godere per sempre della tua gloria,
in Cristo, nostro Signore,
per mezzo del quale tu, o Dio,
doni al mondo ogni bene.

Lode alla Trinità.

Il Santo Padre e i Concelebranti:

Per Cristo, con Cristo e in Cristo,
a te, Dio Padre onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo
ogni onore e gloria
per tutti i secoli dei secoli.

L’assemblea:








RITI DI COMUNIONE


Preghiera del Signore


Il Santo Padre:




L’assemblea:







Il Santo Padre:

Liberaci, o Signore, da tutti i mali,
concedi la pace ai nostri giorni,
e con l’aiuto della tua misericordia
vivremo sempre liberi dal peccato
e sicuri da ogni turbamento,
nell’attesa che si compia la beata speranza
e venga il nostro salvatore Gesù Cristo.

L’assemblea:




Rito della pace


Il Santo Padre:

Signore Gesù Cristo,
che hai detto ai tuoi apostoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace»,
non guardare ai nostri peccati,
ma alla fede della tua Chiesa,
e donale unità e pace
secondo la tua volontà.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

La pace del Signore sia sempre con voi.

R.  E con il tuo spirito.

Il Diacono:

Come figli del Dio della pace,
scambiatevi un segno di riconciliazione e di pace.

I presenti si scambiano un gesto di pace, come segno di comunione fraterna, prima di ricevere il Corpo del Signore.

Mentre il Santo Padre spezza il pane eucaristico, si canta:


Agnus Dei (De Angelis)


La schola: L’assemblea:




L’assemblea:




Il Santo Padre:

Beati gli invitati alla Cena del Signore.
Ecco l’Agnello di Dio,
che toglie i peccati del mondo.

L’assemblea:

O Signore, non sono degno
di partecipare alla tua mensa:
ma di’ soltanto una parola
e io sarò salvato.

Il Santo Padre e i Concelebranti si comunicano al Corpo e al Sangue di Cristo.

Anche i fedeli ricevono la comunione.

Canti di comunione


CHI CI SEPARERÀ








2.  Chi ci separerà dalla sua pace,
la persecuzione, forse il dolore?
Nessun potere ci separerà
da colui che è morto per noi.

3.  Chi ci separerà dalla sua gioia,
chi potrà strapparci il suo perdono?
Nessuno al mondo ci allontanerà
dalla vita in Cristo Signore.

AVE VERUM








Salve o vero Corpo, nato da Maria Vergine; che veramente soffristi e fosti immolato sulla croce per l’uomo. Dal cui costato trafitto sgorgò acqua e sangue; sii da noi pregustato in punto di morte.

O Gesù dolce! O Gesù pietoso! O Gesù, figlio di Maria!








2.  Nell’ombra della morte resistere non puoi.
O Verbo, nostro Dio, in croce sei per noi.
Nell’ora del dolore ci rivolgiamo a te.
Accogli il nostro pianto, o nostro Salvator.

3.  O capo insanguinato del dolce mio Signor,
di spine incoronato, trafitto dal dolor.
Perché son sì spietati gli uomini con te?
Ah, sono i miei peccati! Gesù, pietà di me!

Orazione dopo la comunione


Pausa di silenzio per la preghiera personale.

Il Santo Padre:

Preghiamo.

O Padre, che ci hai nutriti con i tuoi santi doni,
e con la morte del tuo Figlio
ci fai sperare nei beni in cui crediamo,
fa’ che per la sua risurrezione
possiamo giungere alla mèta della nostra speranza.

Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.


RITI DI CONCLUSIONE


Allocuzione del Santo Padre


Il Santo Padre rivolge la sua parola ai fedeli.

XXIV Giornata Mondiale della Gioventù


Alcuni giovani australiani consegnano la Croce dell’Anno Santo e l’icona della Beata Vergine Maria ad un gruppo di giovani provenienti dalla Spagna, Paese in cui si celebrerà, nel 2011, la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù.

Nel frattempo si canta:

NOSTRA GLORIA È LA CROCE


La schola:




L’assemblea ripete:  Nostra gloria è la Croce di Cristo, in lei la vittoria; il Signore è la nostra salvezza, la vita, la risurrezione.

1.  Non c’è amore più grande
di chi dona la sua vita.
O Croce, tu doni la vita
e splendi di gloria immortale  R.

2.  O Albero della vita,
che ti innalzi come un vessillo,
tu guidaci verso la meta,
o segno potente di grazia  R.

3.  Tu insegni ogni sapienza
e confondi ogni stoltezza;
in te contempliamo l’amore,
da te riceviamo la vita  R.


Angelus Domini


Il Santo Padre:

Angelus Domini nuntiavit Mariæ

R.  Et concepit de Spiritu Sancto.


Ave, Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.

R.  Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hoa mortis nostræ. Amen.

Ecce ancilla Domini.

R.  Fiati mihi secundum verbum tuum.

Ave, Maria...

Et Verbum caro factum est.

R.  Et habitavit in nobis.

Ave, Maria...

Ora pro nobis, sancta Dei Genetrix.

R.  Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Il Santo Padre:

L’Angelo del Signore portò l’annunzio a Maria.

R.  Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

R.  Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen

Eccomi, sono la serva del Signore.

R.  Si compia in me la tua parola.

Ave, o Maria...

E il Verbo si fece carne.

R.  E venne ad abitare in mezzo a noi.

Ave, o Maria...

Prega per noi, santa Madre di Dio.

R.  Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo.




Oremus.

Gratiam tuam, quæsumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognovimus, per passionen eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per Christum Dominum nostrum.

R.  Amen.

Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto.

R.  Sicut erat in principio, et nunc et semper et in sæcula sæculorum. Amen.

Pro fidelibus defunctis:

Requiem æternam dona eis, Domine.

R.  Et lux perpetua luceat eis.

Requiescant in pace.

R.  Amen.

Preghiamo.

Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; tu che nell’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.


R.  Amen.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

R.  Come era nel principio, e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Per i fedeli defunti:

L’eterno riposo dona loro, o Signore.

R.  E splenda ad essi la luce perpetua.

Riposino in pace.

R.  Amen.




Benedizione


Il Santo Padre:

Dominus vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

V.  Sit nomen Domini benedictum.

R.  Ex hoc nunc et usque in sæculum.

V.  Adiutorium nostrum in nomine Domini.

R.  Qui fecit cælum et terram.


V.  Benedicat vos omnipotens Deus, Pater et Filius et Spiritus Sanctus.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Il Signore sia con voi.

R.  E con il tuo spirito.

V.  Sia benedetto il nome del Signore.

R.  Ora e sempre.

V.  Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

R.  Egli ha fatto cielo e terra.

V.  Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

R.  Amen.



Congedo


Il Diacono:




La Messa è finita: andate in pace.

R.  Rendiamo grazie a Dio.


Canto finale


TI SEGUIRÒ





1.  Ti seguirò nella via dell’amore
e donerò al mondo la vita  R.

2.  Ti seguirò nella via del dolore
e la tua croce ci salverà  R.

3.  Ti seguirò nella via della gioia
e la tua luce ci guiderà  R.

TEMI DELLE GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTÙ
 
1986:«Sempre pronti a testimoniare la speranza che è in voi». (1 Pt 3, 15)
1987:«Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi». (1 Gv 4, 16)
1988:«Fate quello che egli vi dirà». (Gv 2, 5b)
1989:«Io sono la via, la verità, la vita». (Gv 14, 6)
1990:«Io sono la vite, voi i tralci». (Gv 15, 5)
1991:«Avete ricevuto uno spirito da figli». (Rm 8, 15)
1992:«Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo». (Mc 16, 15)
1993:«Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». (Gv 10, 10)
1994-1995:«Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». (Gv 20, 21)
1996:«Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». (Gv 6, 68)
1997:«Maestro, dove abiti? Venite e vedrete». (cfr Gv 1, 38-39)
1998:«Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa». (cfr Gv 14, 26)
1999:«Il Padre vi ama». (cfr Gv 16, 27)
2000:«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». (Gv 1, 14).
2001:«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». (Lc 9, 23)
2002:«Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo». (Mt 5, 13-14)
2003:«Ecco la tua madre!». (Gv 19, 27)
2004:«Vogliamo vedere Gesù». (Gv 12, 21).
2005:«Siamo venuti per adorarlo». (Mt 2, 2).
2006:«Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino». (Sal 118, 105).
2007:«Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri». (Gv 13, 34).
2008:«Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni». (At 1, 8).
2009:«Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente». (1 Tm 4, 10).





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